I movimenti degli indici azionari hanno chiarito lo scenario tecnico di lungo termine con un aumento significativo della probabilità che il massimo del 19 febbraio a 6147 punti per l'S&P500 sia un massimo di lungo termine e che sia iniziato un bear market dopo 16 anni di trend rialzista.
Non è ancora chiaro se il minimo di lunedì a 4835 punti rappresenti il minimo di questo primo movimento ribassista o se sia necessario ritoccarlo marginalmente con un livello più basso, ma nel caso questo livello tenga nei prossimi giorni è probabile inizi un rimbalzo che può durare qualche settimana con obiettivo l'area compresa tra 5338 ( il 38% di retracement della discesa) e 5649 (il 61% di retracement) con al centro il 50% di retracement del movimento ribassista da 6147 a 4835 punti situato a 5494 punti (grafico a destra).
Se il rimbalzo supererà il livello superiore di 5649 punti allora potremo dire che si è trattato di una semplice correzione del 20% e che il mercato potrà far segnare nuovi massimi, ma questo scenario al momento è quello meno probabile, mentre se una volta raggiunta tale area l'indice scenderà sotto il livello inferiore vorrà dire che sarà iniziato un nuovo movimento ribassista che porterà l'S&P500 verso quota 3500 punti: sembrano livelli difficili da raggiungere, ma l'indice ha perso 1000 punti in due settimane confermando che le fasi ribassiste sono solitamente molto ampie e veloci.
Per quanto riguarda i mercati europei lo scenario non è diverso: per il DAX il livello da monitorare è quota 21588 che rappresenta il 62% di retracement della discesa (grafico in basso).
Per il FTSE MIB il livello da non superare per confermare lo scenario ribassista è quota 36817 (grafico a destra).
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