Se guardiamo ai dati storici la maggior parte delle asset class ha generato rendimenti deludenti, che siano obbligazioni, azioni o immobili, e la maggior parte dei rendimenti è stato generato da pochi titoli.
Quali indicazioni possiamo ottenere da questi dati storici? Vediamo ogni asseet class.
Il Professor Aswath Damodoran della New York Univeristy ha creato una banca dati sui rendimenti delle varie asset class per gli Stati Uniti che parte dal 1928. Bisogna poi ricordare che il dollaro è stata la migliore valuta nel periodo dopo il franco svizzero e che quindi i rendimenti degli investimenti in altre valute sono stati inferiori.
Nei quasi 100 anni a fine 2023 l'asset class che ha portato i risultati più bassi è stata quella obbligazionaria: 100 dollari investiti in TBill a tre mesi sono diventati 2249 dollari, mentre investiti in TBonds sono diventati 7278 dollari. L'investimento in oro avrebbe portato a 10042 dollari, quindi 100 volte il capitale iniziale: sembra un ottimo risultato, ma nel periodo la quantità di moneta è aumentata di 400 volte.
Questo significa che nemmeno l'oro ha protetto l'investitore dalla perdita di valore del dollaro: sembra strano, ma questo fenomeno è dovuto al fatto che la quantità d'oro non è stata fissa, ma è aumentata in media dell'1,5% all'anno, vale a dire che è aumentata di quattro volte in 95 anni.
Quindi anche l'investitore in oro è stato diluito nel tempo, anche se meno rispetto all'investitore in obbligazioni.
L'INVESTIMENTO IMMOBILIARE
La valutazione dell'investimento in immobili è più difficile da valutare, ma secondo la serie calcolata da Prof. Damodoran 100 dollari sono diventati 5360, meglio dei TBill e peggio dei TBond e oro. Sono disponibili anche le serie storiche del Professor Robert Shiller che partono dal 1890 e che mostrano un aumento del valore nominale degli immibili di 88 volte contro le 123 dell'oro. Sono dati che però non includono le tasse sulla proprietà e i costi di manutenzione.
Il problema della valutazione del rendimento dell'investimento nel settore immobiliare è la notevole eterogenità del prodotto: l'oro è oro, ma gli immobili sono diversi l'uno dall'altro. Fermandosi agli Stati Uniti un investimento immobiliare a Manhattan 100 anni fa avrebbe portato risultati molto più elevati della media, mentre ci sono ora intere aree di Detroit abbandonate con valori immobiliari vicini allo zero. In Giappone ci sono 8,5 milioni di case abbandonate. La situazione non è diversa in Europa: lo stesso investimento in immobili 100 anni fa a Milano e Cosenza avrebbe portato rendimenti notevolmente diversi. Molti comuni italiani ora regalano case per incrementare il numero di residenti.
La maggior parte degli investimenti immobiliari cadono tra questi estremi, ma nella media hanno portato risultati inferiori a quello in oro, e questo nonostante il notevole aumento della popolazione nel periodo considerato. La percezione che invece l'investimento immobiliare porti a risultati positivi in parte deriva dal fatto che in questo settore viene spesso usata la leva finanziaria che amplifica i rendimenti, ma questo è un altro discorso in quanto con la leva finanziaria si può amplificare il rendimento di qualsiasi investimento.
L'INVESTIMENTO AZIONARIO
L'investimento in azioni statunitensi nei 95 anni avrebbe portato a risultati molto positivi: 100 dollari sarebbero diventati 787.018, vale a dire 7800 volte tanto, 78 volte il risultato dell'oro.
Il problema è che una piccolissima parte del mercato azionario ha generato quasi interamente i risultati dell'intero settore.
Il Prof. Herndrik Bessembinder dell'Arizona State University ha reso disponibile la migliore banca dati che dimostra questo fenomeno, e da questa si evince che dal 1926 al 2019 la metà delle azioni hanno generato rendimenti inferiori a TBill e che il 4% delle azioni hanno generato il 100% dei rendimenti superiori ai TBill: il restante 96% ha quindi ottenuto rendimenti medi uguali a quelli dei TBill.
Visto che il rendimento dei TBill è stato inferiore a quello dell'oro questo significa che il 96% delle azioni ha sottoperformato l'oro. I risultati sono stati anche peggiori per le azioni degli altri Paesi.
Negli ultimi 30 anni il fenomeno si è accentuato: dal 1990 a fine 2020 il 2,4% dei titoli ha generato il 100% dei 75,7 trilioni di dollari di aumento del valore delle azioni americane. Ecco i titoli che hanno generato la maggior parte della ricchezza:
In ogni caso investendo nei titoli che compongono l'SP500 e continuando ad aggiornare il portafoglio tenendo conto di quelli che entrano ed escono dall'indice il risultato sarebbe stato un rendimento di 7870 volte l'investimento inziale, ma solo grazie a pochissime aziende.
IMPLICAZIONI PER L'ASSET ALLOCATION
Un fattore che nelle ultime decadi ha amplficato il rendimento dell'investimento azionario è stata la discesa dei tassi iniziata nel 1980: una discesa durata 40 anni che ha amplificato i rendimenti azionari perchè le aziende usano la leva finanziaria.
Anche aziende come la Apple, che genera un'enorme cash flow positivo, 10 anni fa ha iniziato ad emettere obbligazioni per comprare le proprie azioni.
Negli ultimi tre anni lo scenario è però cambiato essendo probabile che sia finita la fase di discesa dei rendimenti obbligazionari e iniziata una fase di rendimenti stabili: è quindi probabile che in futuro i rendimenti azionari saranno inferiori che negli ultimi decenni.
Quali sono le lezioni che possono trarre gli investitori in azioni dall'esame dei questi dati?
La prima è che i rendimenti azionari futuri saranno più bassi che in passato.
La seconda è che è molto rischioso investire sui singoli titoli in quanto bisogna indovinare i pochi che genereranno ricchezza nel lungo termine, e basta sbagliare la scelta per ottenere rendimenti inferiori a quelli degli indici: meglio investire negli ETF che replicano gli indici.
La terza è che bisogna aumentare il peso in portatfoglio dell'oro e dei metalli preziosi, che probabilmente continueranno a sovraperformance i titoli obbligazionari.