I dazi annunciati mercoledì sera da Trump dopo la chiusura di Wall Street non sembrano apprezzati dai mercati azionari, e sorprendentemente sono stati gli indici americani ha perdere più terreno, forse perché gli investitori non credono nell'impatto positivo di lungo termine sulla re-industrializzazione degli USA e si focalizzano sugli effetti di breve molto negativi per l'economia: l'indice SP500 ha perso quasi il 5% (grafico in basso) e il Nasdaq il 6%. Hanno tenuto meglio gli indici europei nonostante i dazi siano destinati a colpire soprattutto le aziende del vecchio continente, con Parigi che ha perso il 3,3%, Milano il 3,1% e il Dax il 3,08%.
A Wall Street è stata Apple il titoli più penalizzato tra i principali con una perdita del 9,25%, spiegata dal fatto che il 90 %della produzione di iPhones è in Asia e che quindi dovrò alzare significativamente i prezzi o vedere ridursi margini. Amazon ha perso l'9,98% e Meta l',8,96%, NVDIA il 7,82% e Tesla il 5,52%. Il titolo primario però che ha perso maggiormente è stato Bank of America, in ribasso dell'11,10%, ben più di JPMorgan che ha ceduto il 6,97%. I titli bancari sono stati particolarmente penalizzati anche in Europa.
Significative anche le perdite dei petroliferi Exxon Mobil e Chevron, di oltre il 5% e del 6% rispettivamente, ma hanno semplicemente seguito il prezzo del greggio WTI che ha chiuso a 66,70 dollari al barile dopo aver toccato i 72 dollari il giorno prima. In ribasso anche i petroliferi europei con ENI cha ha perso il 4,4%.
I mercati azionari asiatici oggi hanno chiuso in ribasso con Tokyo a -1,80% dopo il -2,73% del giorno prima e Hong Kong a -1,52%, mentre quelli europei aprono con perdite che vanno dallo 0,9% di Parigi al 2,22% di Milano.
I mercati obbligazionari aprono in ampio rialzo: il rendimento del Treasury decennale scende al 3,95%, quello BTP al 3,72% e quello del Bund al 2,56%. Sul mercato dei cambi l'Euro guadagna una figura a 1,1050 e il dollaro/Yen tratta a 146,00.
L'oro scende vistosamente a 3117 dollari l'oncia, ma è l'argento a estendere il crollo di ieri e apre 32,30 dollari. Scende ulteriormente anche il petrolio WTI a 65,60 dollari al barile.
Dal fronte macro oggi l'attenzione è puntata sul dato della disoccupazione USA di marzo, con le previsioni degli analisti a 137 mila unità e un tasso di diosccupazione invariato al 4,1%.
