La correzione dei mercati azionari di inizio agosto è rientrata velocemente, ma lo scenario di lungo termine rimane negativo anche se gli indici faranno segnare nuovi massimi in settembre grazie al probabile taglio dei tassi americani.
In ogni caso il rapporto rischio/rendimento è sfavorevole ai mercati azionari ed è consigliabile favorire le obbligazioni Investment Grade e i metalli preziosi: l’argento in particolare ha molto spazio al rialzo.
I MERCATI OBBLIGAZIONARI
Il rafforzamento delle aspettative di un taglio dei tassi americani a metà settembre ha avuto un impatto sui rendimenti obbligazionari in dollari, meno sui mercati europei: quello del Treasury decennale ha chiuso in mese in discesa a 3,91% (grafico a destra) mentre quello del BTP è invariato al 3,69%. Lo scenario di discesa dei tassi è comunque abbastanza scontato dai mercati e la parte a lunga delle curva dei rendimenti sconta già una riduzione di amento 150 basis per i tassi in dollari e in Euro.
Le pressioni inflazionistiche stanno rientrando più velocemente in Europa, con l’inflazione nell’area Euro al 2,2% in agosto grazie al calo dei prezzi energetici, è più lentamente degli Stati Uniti con la variazione annuale al 2,9% in luglio e ancora al 3,2% escludendo energia e alimentari. L’obiettivo del 2% appare difficile da raggiungere, ma le banche centrali proseguiranno in ogni caso nella fase di riduzione dei tassi nei prossimi mesi.
La parte intermedia della curva a 3-5 anni offre un ottimo rapporto rischio/rendimento, ma anche i rendimenti a lungo termine hanno spazio per scendere ancora un po’, anche se gran parte della discesa è già alle nostre spalle: il rendimento del Bund decennale al 2,29% può scendere ancora nei prossimi mesi, ma non di molto.
I MERCATI AZIONARI
Il mese di agosto è iniziato con una veloce e ampia correzione dei mercati azionari con i titoli tecnologici che hanno guidato la discesa. Tokyo è stato il mercato che ha subito maggiormente la pressione delle vendite arrivando a perdere oltre il 10% in un giorno, mentre gli indici americani sono arrivati a perdere il 5% dai livelli di fine luglio, ma la correzione è rientrata velocemente e mentre Tokyo ha perso un punto percentuale nel corso del mese lo Stoxx50 europeo e l’SP500 hanno chiuso il mese a +1,5% (grafico mensile in basso dell’SP500).
I dati macro in rallentamento assicurano un primo taglio dei tassi americani a metà settembre e le trimestrali dei giganti tecnologici non mostrano segni di debolezza: prevale quindi la psicologia di considerare ogni correzione una opportunità di acquisto ed è probabile che gli indici americani riescano a far segnare un nuovo massimo nel corso delle prossime settimane.
Lo scenario di lungo termine però non cambierebbe e nuovi massimi sarebbero da sfruttare per ridurre l’esposizione sui mercati azionari. Le valutazioni azionarie rimangono infatti molto elevate e una riduzione dei tassi non cambierebbe lo scenario di riferimento.
I grafici segnalano l’approssimarsi della fine del trend rialzista iniziato nel marzo 2009 e il probabile inizio di un bear market pluriannuale: scopriremo in seguito quale sarà il fattore catalizzatore che cambierà il sentiment dei mercati azionari. Potrebbero essere fattori geopolitici o una nuova crisi bancaria negli Stati Uniti.
Volendo comunque un’esposizione sui mercati azionari sono da favorire i titoli difensivi come le utilities.
In ogni caso il rapporto rischio/rendimento è sfavorevole ai mercati azionari ed è consigliabile favorire le obbligazioni Investment Grade e i metalli preziosi: l’argento in particolare ha molto spazio al rialzo.