03/06/2025

Asset Allocation Giugno 2025

Il mese di maggio ha visto proseguire il recupero degli indici azionari americani mentre quelli europei hanno superato i massimi storici di febbraio.

Mr. Market sembra essere riuscito a convincere gli investitori che la situazione è tornata alla normalità dopo l'ampia correzione di inizio aprile e che il rischio di nuovi ribassi è minimo, ma non è così.

Il rapporto rischio/rendimento dei mercati azionari è chiaramente sfavorevole essendo peggiorato il quadro macro e aumentati i rischi geopolitici ed è quindi consigliabile mantenere un'esposizione azionaria ridotta.  Il rialzo dei rendimenti obbligazionari USA giustificano poi un aumento della duration dei portafogli.

I MERCATI OBBLIGAZIONARI 

I rendimenti obbligazionari a lungo termine sono scesi marginalmente in Europa nel mese di maggio e saliti negli USA, come del resto era accaduto nel corso del mese precedente: il rendimento del Treasury decennale chiude il mese al 4,41% (grafico in alto), quello del Bund al 2,49% e quello del BTP a 3,48%.

Prosegue la discesa dei tassi di inflazione, all'1,9% in maggio nell'area Euro e al 2,3% in aprile negli Stati Uniti e gli investitori si attendono un nuovo taglio dei tassi da parte della BCE giovedì 5 giugno.

La divergenza dei mercati a sfavore di quello dei Treasurys viene spiegato con il timore che il budget americano notevolmente espansivo spiega ulteriormente al rialzo lo stock di debito e il fabbisogno annuo da coprire con nuove emissioni. I segnali di rallentamento della congiuntura non sembrano spingere gli investitori verso le scadenza più lunghe.

Riteniamo che nel lungo termine sia inevitabile una crisi del debito pubblico americano, ma non nel breve, e che nei prossimi mesi si possa assistere a una flessione dei rendimenti a lungo termine dei Treasurys: ai livelli attuali dei rendimenti dei decennali è giustificato incrementare la duration dei portafogli obbligazionari, anche se sembra molto rischioso leggendo i commenti prevalenti degli analisti sull'arrivo imminente di una crisi del debito, Tale rischio ci sembra sopravvalutato nel breve termine.

Rimaniamo invece cauti sull'esposizione su titoli non Investment Grade.

I MERCATI AZIONARI 

Il mese di maggio ha visto i mercati azionari estendere il recupero del mese precedente e l'indice SP500 chiuso il mese con un rialzo intorno al 6% (grafico in basso).

E' continuano il circo dei dazi commerciali con notizie ogni giorno contrastanti e sembra che gli investitori si siano abituati al fatto che a ogni decisione negativa per il commercio internazionale l'Amministrazione Trump faccia seguire una decisione opposta: la reazione dei mercati a ogni annuncio è sempre meno pronunciata.

Gli indici americani si sono riavvicinati ai massimi di febbraio e quelli europei li hanno anche superati nonostante la congiuntura europea non mostri segni di ripresa. Le trimestrali delle principali aziende americane sono state migliori delle attese, anche se le difficoltà per la congiuntura e per le singole aziende come la Apple siano iniziate con il secondo trimestre.

Le valutazione dei mercati in termini di rapporto P/E rimangono elevate sia in termini assoluti che rispetto ai rendimenti dei mercati obbligazionari, e il rapporto rischio/rendimento rimane sfavorevole giustificando una maggiore prudenza di quella che vediamo ora sui mercati.

Gli investitori stanno sottovalutando una crisi del settore bancario americano e i rischi geopolitici sia in medio oriente che a Taiwan. Sembrano non considerare che la situazione del sistema americani è peggiore di quella del 2007: quasi il 40% delle 5000 banche americane ha un'esposizione sul settore immobiliare commerciale superiore al 300% del capitale. Per non parlare dell'esposizione sul settore dei prestiti personali e dello Shadow Banking.

Mr. Market sembra essere riuscito a convincere gli investitori che ha situazione è tornata alla normalità dopo l'ampia correzione di inizio aprile e che il rischio di nuovi ribassi è minimo, ma non è così.

 

 

 

 

 

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