Il rimbalzo di agosto è proseguito in settembre grazie anche al tagli di mezzo punto dei tassi americani. Lo scenario di fondo però non cambia e rimaniamo dell’idea che siamo alla fine del rialzo iniziato nel 2009 e che stia per iniziare un bear market pluriennale.
Consigliabile rimanere con un’esposizione prudente sui mercati azionari e favorire obbligazioni e metalli preziosi.
I MERCATI OBBLIGAZIONARI
Il mese di settembre è stato positivo per le obbligazioni sia grazie ai dati macro europei cedenti, sia grazie al taglio di mezzo punto dei tassi americani. Tale riduzione era ampiamente scontata e infatti nelle due settimane seguenti i Treasurys sono stati oggetto di prese di beneficio: i rendimenti dei titoli a lungo termine erano già scesi quasi due punti sotto a quelli a breve e anche se Jerome Powell ha indicato come probabile un altro taglio di mezzo punto dei tassi entro fine anno al 4,50% è difficile che riescano a scendere di molto nei prossimi mesi. In altre parole la parte più facile del rialzo delle obbligazioni è già alle nostre spalle.
In ogni caso il rendimento del Treasury decennale chiude il mese a 3,77% dal 3,91% di fine agosto (grafico a destra), mentre è stata più ampia la discesa dei rendimenti europei grazie ai dati macro più deboli del previsto e grazie all’economia tedesca tecnicamente entrata in recessione: il rendimento del BTP decennale è sceso al 3,41% dal 3,69% di fine agosto e quello del Bund si avvicina al 2%.
Le pressioni inflazionistiche continuano a ridursi, seppur lentamente, è il dato di settembre per i prezzi nell’area Euro è uscito oggi a +1,8% dal 2,2% del mese precedente: è molto probabile una riduzione dei tassi da parte della BCE nelle prossime settimane.
In questa fase di disinflazione e tagli dei tassi a breve lo scenario rimane favorevole per i mercati obbligazionari, ma è probabile che nei prossimi mesi assisteremo ad un aumento della pendenza delle curve dei rendimenti e che quindi non vedremo rendimenti a lungo termine significativamente inferiori a quelli attuali.
E’ pertanto consigliabile continua a favorire la parte intermedia delle curve dei rendimenti, tre/cinque anni, che offrono un miglior rapporto rischio/rendimento dei titoli più lunghi.
I MERCATI AZIONARI
Dopo il recupero di agosto mercati azionari hanno esteso il rialzo con notevoli divergenze: l’indice SP500 ha guadagnato il 2% finendo su un nuovo massimo storico (grafico in basso), lo Stoxx50 europeo ha limitato i guadagni all’1% mentre Tokyo ha perso il 2%. In chiusura del mese sono esplosi al rialzo i mercati cinesi grazie agli interventi governativi per stimolare l’economia e Hong Kong ha guadagnato il 17% nel corso del mese.
Da notare che da inizio anno l'SP500 ha guadagnato il 22% e il 44% di questo rialzo è dovuto alla performance dei principali sei titoli tecnologici.
Il taglio dei tassi della Federal Reserve è certamente un fattore positivo ed è probabile che visto che sono in arrivo ulteriori tagli sia da parte della banca centrale americana che della BCE gli investitori non sia disposti a vendere azioni, e per il momento il trend rialzista non ha ancora dato segnali di inversione.
L’asset allocation consigliata rimane prudente con un 10% di azioni in portafoglio e una preponderanza di obbligazioni e metalli preziosi in quanto rimaniamo dell’idea che i mercati azionari siano alla fine del trend rialzista iniziato nel 2009 e che sia in arrivo un mercato ribassista multi annuale che premierà un’asset allocation prudente.
Probabilmente sarà la prossima crisi del sistema bancario americano a scatenare il ribasso, ma ci sono anche fattori geopolitici preoccupanti e le valutazioni molto elevate dei mercati azionari in termini di rapporto rischio/rendimento rendono i mercati azionari molto rischiosi.
Il settore da preferire sui mercati azionari è quello delle utilities e dei produttori di commodities.