30/10/2024

Asset Allocation Novembre 2024

Il mese di ottobre ha sinora visto i mercati azionari proseguire marginalmente la fase di rialzo, e l’unico movimento significativo è stato l’aumento dei rendimenti dei Treasurys a lungo termine, che però ha influenzato solo in parte i mercati obbligazionari europei vista la congiuntura molto più debole rispetto a quella degli Stati Uniti. 

Sono ancora possibili marginali rialzi dei mercati azionari, ma lo scenario di lungo termine rimane quello dell’avvicinarsi di un massimo per gli indici ed è quindi consigliabile mantenere un posizionamento modesto sui titoli azionari favorendo gli obbligazionari: ora anche i rendimenti a lungo termine sono interessanti. I metalli preziosi e l'argento in particolare hanno ancora spazio al rialzo.

I MERCATI OBBLIGAZIONARI 

I mercati obbligazionari hanno fatto segnare una notevole divergenza nel corso del mese di ottobre, in quanto è proseguito il rialzo dei rendimenti dei Treasurys iniziato a metà settembre dopo il taglio dei tassi da parte della Federal Reserve: il rialzo è stato notevole, vicino al mezzo punto percentuale sino al 4,30% odierno (grafico a destra). 

Molto più ridotto il movimento dei rendimenti delle obbligazioni europee: quello del BTP decennale è salito di pochi ticks al 3,56% e quello del Bund un po’ di più al 2,33%: la congiuntura europea appare molto più debole di quella statunitense, con la prospettiva di chiusura di stabilimenti auto in Germania e l’economia tedeca in recessione.  

Il rialzo dei rendimenti dei Treasurys a lungo termine è spiegabile con il semplice fatto che erano scesi troppo, scontando notevoli ribassi dei tassi che ora appaiono meno ampi, ma se prima il mercato aveva esagerato al rialzo ora ha esagerato al ribasso e i rendimenti dei decennali americani al 4,3% appaiono interessanti.   

E’ quindi il momento di aumentare la duration dei portafogli obbligazionari essendo i rendimenti al lungo termine molto interessanti.  I rendimenti europei appaiono poco attraenti, ma ci sono altri mercati come quello dei titoli di stato australiani – che rendono il 4,05% netto (la ritenuta per gli investitori italici è del 12,5% come per i BTP), quindi un punto sopra ai BTP – che sembrano molto attraenti considerando che il debito è al 30% del PIL e il budget statale è in attivo. 

I MERCATI AZIONARI 

Il mese di ottobre ha visto i mercati azionari estendere marginalmente il rialzo del mese precedente, ma con guadagni molto modesti: l’SP500 è sinora salito di un punto percentuale nel corso del mese, ma gli indici europei sono invariati come il Dax tedesco o in ribasso del 3% come Parigi.  Migliore Tokyo che sale del 3%.

Da notare però come il modesto rialzo di Wall Street sia praticamente dovuto a NVIDIA che ha guadagnato sinora il 18%, mentre gli altri giganti Apple e Microsoft sono sui livelli di fine settembre.  Migliore Facebook che sale del 4%.

La performance di Wall Street appare comunque positiva se consideriamo l’ampio rialzo dei rendimenti dei Treasurys a lungo termine delle ultime settimane:  il dato della disoccupazione di settembre migliore del previsto ha accelerato la correzione che era già iniziata a metà settembre dopo il taglio dei tassi da parte della Federal Reserve e appaiono ridimensionate le aspettative di ulteriori riduzioni dei tassi.

E’ ora probabile che si assista a un recupero del mercato obbligazionario e se le trimestrali proseguono migliori delle attese è probabile che si assista a un’estensione del rialzo degli indici americani verso nuovi massimi.

I grafici segnalano però l’avvicinarsi della fine del trend rialzista di lungo termini ed è quindi consigliabile mantenere posizioni molto prudenti sui mercati azionari favorendo obbligazioni e metalli preziosi.

Al momento mancano ancora chiari segnali di inversione del trend rialzista di lungo termine, ma i livelli da seguire sono molto chiari: un primo segnale sarebbe la discesa dell’SP500 sotto quota 5671 e sotto 4953 avremmo un forte segnale di inizio del bear market di lungo termine (grafico in basso).  Le motivazioni le scopriremo dopo: in prima fila rimane il rischio di una crisi bancaria negli Stati Uniti.

Mancano quindi ancora i segnali di inversione, ma lo spazio al rialzo rimane modesto rispetto al rischio di ribassi e la valutazione dei pochi titoli che stanno guidando il rialzo sono molto elevate: meglio quindi sfruttare i rendimenti obbligazionari elevati e attendere prezzi più bassi.

 

 

 

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