02/06/2024

Asset Allocation Giugno 2024

Nel mese di maggio i mercati azionari sono saliti marginalmente mentre gli obbligazionari hanno chiuso contrastati. Vedremo se la BCE taglierà i tassi giovedì mentre una decisione della Fed in settembre è prezzata al 50%. 

I mercati obbligazionari offrono un buon valore nei titoli intermedi, mentre gli azionari rimangono a nostro avviso troppo rischiosi. 

Lasciamo il peso degli azionari in portafoglio al 10% inserendo un 15% di metalli preziosi, che nei prossimi mesi dovrebbe ripartire al rialzo. 

 

I MERCATI OBBLIGAZIONARI 

I mercati obbligazionari hanno perso terreno in maggio adeguandosi a un ridimensionamento delle aspettative di tagli dei tassi negli Stati Uniti: i dati dei prezzi al consumo continuano a non mostrare segni di discesa e nell’area Euro il CPI Core è salito da 2,7% a 2,9%. L’indice PCE Core dei prezzi al consumo negli Stati Uniti in aprile è rimasto fermo al 2,8%. 

Il rendimento del Treasury decennale ha chiuso il mese a 4,50% (grafico a destra), quello del Bund a 2,66% e quello del BTP decennale al 4%: rispetto alla chiusura de mese precedente il rendimento del Treasury è salito di 10 centesimi mentre quello dei decennali europei è risalito dello stesso ammontare. E’ un movimento difficile da spiegare essendo probabile che la BCE riduca i tassi a breve giovedì 6 giugno mentre forse la Fed lo farà in settembre (probabilità prezzata dai futures al 50%), ma evidentemente i livelli dei rendimenti europei a lungo termine non vengono considerati interessanti rispetto a quelli in dollari. 

Come posizionarsi in questo scenario di inflazione che stenta a scendere e tassi a breve negli Stati Uniti che possono anche rimane fermi al 5,25% sino a fine anno? La parte intermedia della curva dei rendimenti in Euro e in dollari offre un ottimo rapporto rischio/rendimento, e anche i Treasury a lungo termine offrono rendimenti molto interessanti, mentre i Bund al 2,66% sono meno attraenti. 

Siamo in una fase in cui i titoli obbligazioni si possono acquistare solo per il livello dei rendimenti senza sperare in un apprezzamento dei valori. 

Per quanto riguarda il comparto dei titoli non Investment Grade sono da preferire le scadenza più brevi: una probabile discesa dei mercati azionari potrebbe aumentare il premio al credit risk sui titoli più a lungo termine.  

I MERCATI AZIONARI 

Dopo la modesta correzione di aprile i mercati azionari hanno guadagnato ancora terreno con l’SP500 che ha fatto segnare un nuovo massimo (grafico settimanale in basso) mentre lo Stoxx50 europeo è rimasto abbastanza fermo: mancano ai listini europei titoli come NVIDIA che hanno guidato il rally dei tecnologici americani raggiungendo però valutazioni molto elevate: il titolo capitalizza 27 volte il fatturato di quest’anno, non 27 volte gli utili. Nel corso del mese l’indice SP500 ha guadagnato il 4,8% e il Nasdaq il 6,9%. 

Le valutazioni a Wall Street rimangono molto elevate, ma non ci sono ancora segnali di inversione del trend rialzista iniziato nel marzo 2009. Gli indici americani hanno dato qualche segnale di correzione nella seconda metà di maggio, ma rimangono sopra ai principali supporti che per l’indice SP500 sono a quota 4953, minimo di aprile: una chiusura sotto tale livello sarebbe un primo segnale di inversione. Per lo Stoxx50 il livello a guardare è 4885 punti. 

Le valutazioni elevate dei mercati azionari e soprattutto dei titoli tecnologici rendono i mercati vulnerabili alle notizie negative, che possono venire da vari fronti, dall’intensificarsi della guerra commerciale con la Cina alle tensioni geopolitiche e soprattutto dal rischio di nuove crisi del settore bancario statunitense. 

Nella allocazione settoriale il settore bancario è il più rischioso insieme a quello dei tecnologici, mentre è consigliabile inserire in portafoglio almeno un 10% di metalli preziosi: oro e soprattutto argento hanno un notevole spazio al rialzo nei prossimi mesi. 

 

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