La nostra visione sui tassi a livello globale, e su quelli statunitensi in particolare, ha come punto di partenza naturale la nostra prospettiva sulla Fed. Il prezzo di mercato del tasso sui Fed funds alla fine del 2025 è stato altalenante. Da metà settembre è aumentato di circa 100 punti base, facendo salire il rendimento dei Treasury statunitensi a 5 anni di 60 punti base. Questo aumento del rendimento non è avvenuto in modo isolato.
La nostra previsione basata sulla ponderazione delle probabilità per il tasso dei Fed funds alla fine del 2025 è ora inferiore al tasso implicito del mercato, il che suggerisce che i Treasury front-end iniziano a sembrare più interessanti dal punto di vista delle valutazioni.
I Bund tedeschi e soprattutto gli swap in Euro hanno registrato una significativa divergenza rispetto agli Stati Uniti e sono riusciti a sottrarsi all'aumento dei rendimenti degli ultimi mesi.
In prospettiva, il quadro fondamentale probabilmente non cambierà molto. Vediamo poco spazio per la BCE per deviare sostanzialmente dal percorso di tagli di 25 punti base per meeting. Questo percorso è pienamente prezzato fino a giugno e un po' oltre, il che rende difficile essere entusiasti delle prospettive per i Bund.
Tuttavia, riteniamo che sia più facile immaginare che la BCE scenda al di sotto della soglia di neutralità (2%) anziché fermarsi molto al di sopra. Questo dà un'inclinazione positiva al rischio, in quanto riduce le probabilità di un sell-off più duraturo dei Bund tedeschi.
La nostra opinione sulle curve a livello globale non è cambiata molto. Continuiamo a preferire gli steepener, poiché ci aspettiamo un continuo allentamento da parte delle banche centrali in concomitanza con un aumento del premio a termine. Quest'ultimo dovrebbe derivare dalla continua riduzione dei bilanci delle banche centrali, da prospettive fiscali e di emissione più incerte e da una maggiore incertezza sull'inflazione rispetto al decennio 2010-2020.