24/07/2024

Robeco: I mercati emergenti soffieranno fuoco nell’Anno del Dragone?

Benché occasionalmente abbiano dato buoni frutti grazie alla crescente influenza della Cina, nella maggior parte dell’ultimo decennio le azioni dei mercati emergenti hanno prodotto risultati deludenti. Anche le valute hanno segnato il passo, in quanto il dollaro USA ha beneficiato dell’eccezionalità degli Stati Uniti, mentre il debito emergente è molto vulnerabile all’aumento dei tassi d’interesse. 

Nel decennio terminato a fine giugno 2024, l’azionario dei mercati emergenti ha sottoperformato quello dei mercati sviluppati del 7% in media all’anno. A partire dal 2010 i mercati emergenti hanno smesso di tenere il passo con gli omologhi sviluppati. 

Entra il Dragone

Nonostante i migliori tassi di crescita registrati dalle economie in via di sviluppo nell’ultimo decennio, i mercati emergenti non hanno prodotto sovraperformance degne di nota in alcun segmento dell’azionario, dell’obbligazionario e dei mercati valutari.
I catalizzatori utili a capire se l’Anno del Dragone si rivelerà il punto di svolta per gli asset emergenti potrebbero manifestarsi nel corso del secondo semestre del 2024, creando un contesto più favorevole per le performance future.
I differenziali di crescita hanno storicamente condotto a una sovraperformance dell’azionario nei mercati emergenti, e la recente inversione di tendenza verso livelli più favorevoli va letta come un potenziale fattore di sostegno per questi titoli.

 

Cosa farà il dollaro USA?

Molto dipende anche dal poderoso biglietto verde e dal suo andamento a fronte di eventuali tagli dei tassi della Fed. Di solito una riduzione dei tassi rende la valuta nazionale meno appetibile per gli investitori esteri, e dunque indebolirebbe il dollaro rispetto alle valute dei mercati emergenti. Questo giova soprattutto alle molte nazioni in via di sviluppo che producono materie prime vendute sui mercati mondiali in dollari.
Dal punto di vista tattico, l’andamento del dollaro sarà un fattore importante per gli asset dei mercati emergenti, che siano azioni o obbligazioni. Con l’avvio del ciclo di allentamento della Fed, la prospettiva di riduzioni dei tassi graduali e poco pronunciate nei prossimi 12 mesi in un contesto economico favorevole sarebbe propizia alla performance degli asset dei mercati emergenti.
Nel frattempo, la traiettoria e la velocità della discesa dell’inflazione verso livelli più sostenibili intorno al 2% potrebbero creare i presupposti per politiche più accomodanti. 

Cina vs resto del mondo

La Cina continua a giocare un ruolo di primo piano nella performance complessiva dell’asset class, avendo una ponderazione del 25% nell’MSCI EM Index, il che comporta una notevole divergenza con il resto dell’indice una volta escluso il colosso asiatico. Il divario di performance tra le azioni cinesi e quelle di tutti gli altri mercati emergenti, Cina esclusa, registrato dai tempi del Covid ha raggiunto quasi il 50%.
Ciò può essere in parte attribuito a fattori interni, come le difficoltà incontrate dal mercato immobiliare cinese. Tuttavia, lo scarto è dovuto anche alle diverse strutture del mercato, poiché l’indice azionario cinese è nettamente sottoesposto al settore tecnologico – uno dei principali beneficiari del boom dell’IA – con un’esposizione di appena il 5,9% a fronte del 31,5% circa dell’MSCI EM ex-China Index.

La divergenza è visibile anche nel fatto che la correlazione tra l’MSCI EM ex-China Index e i mercati azionari occidentali è salita quasi al 70% negli ultimi 12 mesi, ma è scesa al 56% rispetto al mercato azionario cinese. 

Un profilo più favorevole

In termini di rischio, la convergenza della volatilità dei mercati emergenti e sviluppati nell’ultimo anno ha creato un profilo più favorevole per l’azionario emergente. La mutevole dinamica delle correlazioni nell’universo emergente riflette i diversi gradi di diversificazione di queste esposizioni nei portafogli azionari globali.
In un’ottica futura, le valutazioni offrono ancora un valido motivo per preferire l’azionario emergente a quello dei mercati sviluppati, giacché l’MSCI EM ex-China Index è scambiato con uno sconto del 25% in termini di multipli prospettici, mentre le valutazioni cinesi, scontate del 40% rispetto a quelle occidentali, sono vicine a un minimo ventennale.


A ben vedere, sembra che ci siano tutti i presupposti per realizzare rendimenti relativi interessanti sul medio periodo, mentre la recente inversione del ciclo manifatturiero globale – gli indici PMI globali hanno superato quota 50 dall’inizio dell’anno – potrebbe creare un contesto più favorevole alla generazione di utili. Ciò vale in special modo per le economie orientate all’esportazione con un’ampia base manifatturiera, che sono in una posizione migliore per trarre vantaggio da un rafforzamento delle prospettive di crescita globale.

 Tutto dipende dalla Fed

Tuttavia, molto dipende da cosa accadrà in Occidente, in linea con il detto secondo cui se l’America starnutisce, il resto del mondo prende il raffreddore. Ciò si applica in particolare al debito dei mercati emergenti, che è più sensibile a quanto accade negli USA piuttosto che nelle rispettive economie locali.

Il complesso dei rischi nell’obbligazionario emergente dipende dalla rapidità e dall’entità della svolta della politica monetaria verso un assetto più accomodante.

Attenzione!

Alcuni dei contenuti di questa parte di sito, prodotti da società differenti da CFS Rating, possono essere dedicati ad investitori professionali, sono diffusi solo a titolo informativo e non possono essere considerati in nessun caso sollecitazione all’investimento.
Continuando la navigazione dichiari di aver letto, compreso e accettato termini e condizioni del sito.

© 2001-2022 CFS Rating Tutti i diritti sono riservati

I dati le informazioni e le elaborazioni sono proprietà di CFS Rating, nessuna garanzia viene data in merito alla loro accuratezza, completezza e correttezza.

I dati e le elaborazioni pubblicate nel presente sito non devono essere considerate un'offerta di vendita, di sottoscrizione e/o di scambio, e non devono essere considerate sollecitazione di qualsiasi genere all'acquisto, sottoscrizione o scambio di strumenti finanziari e in genere all'investimento.