Prospettive 2025 per le obbligazioni di frontiera: ottimismo cautelativo
Dopo un 2024 positivo, le obbligazioni di frontiera continuano a essere interessanti. I fondamentali sono migliorati e c'è ancora margine per un aumento dei rendimenti. Il rischio di duration è contenuto, riducendo l’impatto di eventuali rialzi dei rendimenti dei Treasury. Inoltre, il rischio di default è diminuito grazie alle ristrutturazioni e a una gestione migliore delle scadenze. Nonostante i rischi legati all’amministrazione Trump 2.0, la situazione appare più complessa di quanto comunemente descritto.
Rischio di insolvenza in calo
Negli ultimi anni, il rischio di default è diminuito grazie alle ristrutturazioni in paesi come Zambia, Ghana, Ucraina e Sri Lanka. La gestione delle passività, attraverso l’allungamento delle scadenze, ha ridotto il rischio di insolvenza. Un esempio significativo è la Costa d'Avorio, che all'inizio del 2024 ha emesso nuove obbligazioni a 9 e 12 anni e successivamente ha messo all'asta obbligazioni con scadenze più brevi (2025 e 2032).
Inoltre, il ritorno al mercato primario nel 2024 ha ulteriormente attenuato le preoccupazioni sulle pressioni di finanziamento e sui rischi di default. Oltre alla Costa d’Avorio, anche Benin, Kenya, Camerun, Senegal, El Salvador e Nigeria hanno registrato una buona domanda per le nuove emissioni. Il ritorno al mercato primario fornisce ai governi un'utile fonte alternativa di finanziamento, piuttosto che affidarsi ai prestiti multilaterali, diventati più comuni nel periodo post-pandemia.
Miglioramento dei fondamentali
Nel 2025, la crescita nei mercati di frontiera dovrebbe accelerare, con un differenziale più ampio rispetto alle economie sviluppate. Il consolidamento fiscale, che inizialmente procedeva a rilento, sta facendo buoni progressi, e alcuni paesi potrebbero registrare un avanzo primario entro il 2026. I programmi di sostegno del Fondo Monetario Internazionale sono stati utili, poiché condizionano l'erogazione degli aiuti al raggiungimento di obiettivi di consolidamento fiscale e del debito.
I mercati di frontiera stanno adottando un mix di misure per consolidare i conti pubblici, tra cui l’eliminazione dei sussidi energetici, la riduzione delle esenzioni fiscali e una maggiore digitalizzazione volta ad ampliare la base imponibile.
Sebbene i ritmi di consolidamento varino da paese a paese, la direzione è positiva per quanto riguarda sia i fondamentali che il rischio di default. Le agenzie di rating hanno riconosciuto questi progressi, con un numero di upgrade superiore ai declassamenti nel 2024, per la prima volta in cinque anni.
I rendimenti restano interessanti
Dopo un robusto 2024, i rendimenti delle obbligazioni di frontiera sono scesi, con 11 paesi che ora offrono rendimenti a due cifre, rispetto ai 25 di un anno fa. Tuttavia, riteniamo che il rendimento dell'8,56% dell'indice JP Morgan NEXGEM[1] rimanga interessante rispetto ai rischi, alla sua storia di lungo periodo e ad altri asset obbligazionari EM e globali). Le possibilità di una significativa compressione degli spread potrebbe essere più limitata ora che molti mercati vengono scambiati vicino al margine più stretto dei loro range post-pandemia. Ciò detto, gli spread potrebbero ancora aumentare in alcuni casi specifici.
Opportunità potrebbero emergere anche dalle modifiche alla composizione dell'indice JP Morgan NEXGEM, data la prevista inclusione di mercati a più alto rendimento come Argentina, Ecuador, Egitto e Ucraina.
I rischi dell’amministrazione Trump 2.0
L’amministrazione Trump 2.0 potrebbe portare a un aumento dei rendimenti dei Treasury, penalizzando gli asset più rischiosi, tra cui le obbligazioni emergenti. Tuttavia, finora l’impatto sulle obbligazioni di frontiera è stato limitato, grazie alla bassa correlazione storica con i Treasury.
Va comunque sottolineato che una possibile spinta alla crescita economica negli USA potrebbe avere effetti positivi anche sulla crescita globale e sui mercati di frontiera. Inoltre, un miglioramento dell'efficienza del governo statunitense e un rafforzamento della sua posizione fiscale potrebbero ridurre il rischio associato ai rendimenti dei Treasury. Se Trump riuscisse anche a porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina, il sentiment generale degli investitori potrebbe migliorare. Pertanto, i rischi legati a Trump appaiono più equilibrati di quanto si pensi e, per i mercati di frontiera, gestibili.
Implicazioni per gli investimenti
Il 2025 potrebbe essere un altro anno positivo per i mercati obbligazionari di frontiera. I fondamentali sono in miglioramento, il rischio di default è diminuito e i rendimenti offrono una buona compensazione per i rischi. Saranno fondamentali un’attenta selezione del credito e la capacità di adattarsi agli sviluppi globali e locali. I mercati con rating più basso, come Zambia, Ghana e Sri Lanka, offrono opportunità, così come paesi come Nigeria, Egitto e Ucraina, quest'ultima con potenziali guadagni se la guerra con la Russia dovesse avvicinarsi a una risoluzione.
[1] Fonte: JP Morgan, Emerging Markets Bond Index (EMBI®) Monitor, 2 gennaio 2025.