Il Best Performer italiano di ottobre 2014



Livio Perrone



1. Il fondo investe in azioni nord americane a piccola e media capitalizzazione. Quali sono le logiche sottostanti la gestione del portafoglio e in che modo avviene lo stock picking?


Sulla base dei principali indicatori patrimoniali/reddituali, del posizionamento competitivo e delle valutazioni, ricerchiamo le migliori opportunità di investimento fra le società statunitensi dotate di una capitalizzazione generalmente non inferiore ai 300 milioni di dollari (per motivi di liquidità) e non superiore ai 8/9 miliardi di dollari (entrando quindi anche nell’ambito delle medium cap). Più specificamente, per ottimizzare gli sforzi di selezione ed analisi in un universo così popoloso e polverizzato come quello delle medium/small cap statunitensi, viene effettuato uno screening preliminare di tale segmento del mercato azionario in base alla redditività, al “momentum” nella generazione di cash flow nonché alle valutazioni. Utilizzando le tecniche classiche di analisi fondamentale, viene successivamente generato un portafoglio, più concentrato rispetto all’intero universo delle mid/small cap, mediamente composto da circa 100 titoli (il numero dei titoli può variare a seconda del contesto di mercato e di altri fattori contingenti), sul quale è possibile effettuare un monitoraggio più puntuale delle vicende societarie e della volatilità dei prezzi. Tendiamo a non enfatizzare il trading di breve periodo: l’approccio preferito, infatti, punta all’acquisto ed al mantenimento delle posizioni fino al raggiungimento dell’obiettivo di prezzo prefissato al momento della selezione e/o fino al completamento di una fase di performance superiore al benchmark ritenuta soddisfacente. Molto importante per la scelta finale dei titoli da detenere in portafoglio è la possibilità di ottenere una conoscenza più approfondita dei modelli di business con lo scopo di elaborare giudizi indipendenti dalla ricerca ufficiale disponibile nel mercato.

2. Nel mese appena trascorso il fondo risulta essere il più performante tra i fondi di diritto italiano, con un rendimento mensile di +6,2%. Posto che il fondo ha beneficiato del buon andamento del segmento delle small cap americane, quali sono stati i principali fattori che hanno portato a questo risultato? In ottobre il fondo ha leggermente sottoperformato il benchmark di riferimento. C’è qualche titolo che non ha reso quanto sperato?


Il rendimento del fondo nel mese di ottobre è il risultato, da un lato della migliore performance (circa quattro punti percentuali) del segmento small cap rispetto ai principali indici big cap americani - grazie alla conferma del miglior momento congiunturale degli Stati Uniti a livello globale nonché ai buoni risultati aziendali del terzo trimestre – e, da un altro, del continuo apprezzamento della divisa statunitense verso l’euro, apprezzamento catturato dal fondo grazie alla scelta, strategica, di non effettuare nessun tipo di copertura del rischio di cambio.
3. Complessivamente da inizio anno il fondo batte il benchmark di un punto (+12,5% contro +11,5% dell’indice). Ci sono particolari accorgimenti che intende attuare sulla struttura del portafoglio da qui alla fine del 2014 per mantenere/incrementare l’extra-rendimento?

Si manterrà il fondo completamente investito, per beneficiare sia della stagionalità che statisticamente favorisce gli indici delle piccole capitalizzazioni statunitensi negli ultimi due mesi dell’anno, sia della già citata robusta congiuntura confermata dagli ultimi dati macroeconomici. Inoltre, si cercherà di aumentare l’extra-rendimento fin qui ottenuto attraverso un’allocazione più sbilanciata verso settori ciclici (come ad esempio petroliferi, beni di consumo discrezionali ed industriali) e meno esposta, invece, ai comparti difensivi, potenti “outperformers” dall’inizio dell’anno ad oggi, ma ormai dotati di valutazioni non attraenti.

4. Il fondo risulta esposto al rischio cambio. Quali sono le sue attese sul rapporto Eur/usd?

Anche se nel breve termine sta affiorando il rischio di una pausa (dopo il rally messo a segno da maggio ad oggi), il nostro scenario centrale prevede un proseguimento, nel medio-lungo periodo, dell’apprezzamento del dollaro verso l’euro. Questo sulla base del differenziale di interessi a favore della divisa americana per le divergenti, in prospettiva, politiche monetarie attuate dalla FED e dalla BCE. Pertanto rimane confermata, a maggior ragione, la scelta di non coprire il rischio di cambio del fondo.
5. Le “pagelle” pubblicate a inizio mese dal FMI, avvalorate anche dalla pubblicazione dei dati macro, confermano il trend di crescita degli Stati Uniti. Qual è la sua view per il 2015 per gli USA?
L’economia americana dovrebbe confermare, anche nel 2015, di poter crescere fra il 2 ed il 3%, cioè ad un tasso non eccezionale (soprattutto se paragonato ad altre fasi espansive degli ultimi decenni) ma comunque in grado di favorire ancora le attività di rischio, soprattutto se accompagnato dall’inizio della normalizzazione dei tassi da parte della FED in misura moderata poiché in assenza di tensioni inflazionistiche. Tale contesto risulta favorevole soprattutto alle società di piccola e media capitalizzazione, storicamente avvantaggiate nei tre mesi precedenti e nei dodici successivi al primo rialzo “ virtuoso” dei tassi da parte della banca centrale.

© 2001-2022 CFS Rating Tutti i diritti sono riservati

I dati le informazioni e le elaborazioni sono proprietà di CFS Rating, nessuna garanzia viene data in merito alla loro accuratezza, completezza e correttezza.

I dati e le elaborazioni pubblicate nel presente sito non devono essere considerate un'offerta di vendita, di sottoscrizione e/o di scambio, e non devono essere considerate sollecitazione di qualsiasi genere all'acquisto, sottoscrizione o scambio di strumenti finanziari e in genere all'investimento.