IL DOLLARO NON REAGISCE AI DATI POSITIVI

15/05/2015 12:00

La scorsa settimana ha visto il dollaro perdere tutto il terreno guadagnato sul buon dato della disoccupazione di maggio, guadagnando solo contro il dollaro neozelandese dopo il taglio dei tassi della banca centrale.  E’ interessante notare come l’euro si sia stabilizzato tra 1,10 e 1,15 contro il dollaro nonostante dati macro americani positivi dopo quelli negativi del primo trimestre, e nonostante l’assenza di una soluzione del problema greco: l’euro viene comprato su ogni correzione e continua a far segnare minimi crescenti dopo aver toccato il fondo sotto 1,05 a inizio marzo.

Evidentemente è sostenuto dalla percezione di un miglioramento dei fondamentali europei e dalla scomparsa dei timori di deflazione, che ha avuto come effetto collaterale un significativo rialzo dei rendimenti europei.  E’ da notare come negli ultimi due mesi si sia ridotto sensibilmente il differenziale di rendimento tra Stati Uniti e Germania, come si può notare dal grafico Reuters sotto riportato.  Lo spread è sceso da 1,9% a 1,5% in un paio di mesi e sembra destinato a scendere ulteriormente verso l'area intorno a 1,35%.

La contrazione del vantaggio a favore del dollaro dei rendimenti a 10 anni spiega parte della tenuta dell'euro, ma non è l'unico fattore a favore della moneta europea.  Il surplus delle partite correnti della bilancia dei pagamenti sono un altro fattore favorevole, cui dobbiamo poi aggiungere la posizione che rimane lunga dollari della speculazione.  Con questi tre fattori che giocano a favore dell'euro è più probabile assistere ad un movimento sopra 1,15 contro il dollaro che sotto 1,10, e questo indipendentemente dagli accadimenti greci.

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