GRECIA, L'AGO DELLA BILANCIA

La settimana si annuncia molto volatile per i mercati finanziari ed è probabile che prosegue la fase di avversione al rischio, con i mercati azionari particolarmente vulnerabili.


La decisione del governo greco di indire un referendum sulla proposta europea di accordo sul debito ha avuto un impatto significativo sui mercati azionari, soprattutto europei, uno modesto sui mercati obbligazionari e nessun impatto sull’euro, che dopo un’apertura debole di settimana è tornato velocemente sui livelli del venerdì precedente.
Questa diversa reazione dei vari mercati alla stessa notizia è molto importante, in quanto mostra la diversa posizione tecnica di medio periodo: i mercati azionari sono tecnicamente deboli, devono digerire gli ampi rialzi degli ultimi mesi/anni e probabilmente sarebbero scesi anche in assenza della sorpresa di Atene, mentre l’euro trova compratori in ogni fase di debolezza. Il dollaro non è riuscito a spingerlo nuovamente sotto quota 1,10 nonostante i dati robusti sulla disoccupazione americana usciti a inizio giugno e il rischio di fallimento della Grecia dopo il mancato pagamento al FMI a fine giugno. Bisogna però tener presente il fatto che si chiude oggi il semestre e i movimenti dei cambi possono essere erratici e poco significativi.
Non ci sono infatti motivi particolari per comprare euro e si sono ridotte sensibilmente le posizioni ribassiste sulla valuta europea come si può notare dal report settimanale del CME: http://www.cmegroup.com/tools-information/quikstrike/commitment-of-traders-agricultural.html.


Un altro tentativo di spingere l’euro sotto quota 1,10 appare comunque probabile nei prossimi giorni e questo indipendentemente dal risultato del referendum greco: anche in caso di vittoria dei “Si” la situazione rimane molto complessa, probabilmente il governo si dimetterebbe e saranno necessarie nuove elezioni. Non usciremo in fretta da questo pasticcio e la situazione greca continuerà ad essere un fattore di notevole incertezza e disturbo nei prossimi mesi.
I mercati azionari sono comunque deboli, e quello cinese ha guidato il ribasso ben prima dello scoppio della crisi greca, come si può notare dal grafico sotto riportato.

E’ da attendersi che gli investitori sfruttino le fasi di rimbalzo per vendere e dopo i notevoli rialzi del primo trimestre dell’anno è molto probabile una fase di consolidamento se non di più marcata correzione, soprattutto sui mercati europei.


La situazione è invece più tranquilla sul fronte dei mercati obbligazionari. Al momento non ci sono segnali di fuga dai mercati del Sud Europa, e il rialzo dei rendimenti dei BTP è stato sinora modesto (grafico in basso). La percezione è che la BCE sarà in grado di mantenere la situazione sotto controllo.

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