01/02/2023

Asset Allocation Febbraio 2023

ASSET ALLOCATION

Dopo un ottimo gennaio ci attendiamo ulteriori rialzi dei mercati azionari in febbraio e marzo con un obiettivo per l’S&P500 almeno a quota 4300, mentre lo Stoxx50 europeo  potrebbe rivedere i massimi dell’anno scorso.

Lasciamo quindi invariata al 70% l’esposizione sui mercati azionari, ma consigliamo di ridurla al 50% una volta raggiunti i livelli menzionati.

Rimaniamo poi positivi sui mercati obbligazionari preferendo quelli in dollari: dovrebbero rientrare ulteriormente le pressioni inflazionistiche e il ciclo di rialzo dei tassi a breve dovrebbe essere vicino al termine.

MERCATI OBBLIGAZIONARI

Il mese di gennaio si è chiuso positivamente per i mercati obbligazionari e il rendimento del Treasury decennale ha chiuso il mese   a 3,48% dal 3,88% di fine anno (grafico a destra), mentre quello del Bund decennale è ridisceso a 2,28% da 2,50% (grafico in basso).
I dati sull'inflazione hanno confermato il trend di discesa: negli Stati Uniti i prezzi al consumo sono saliti del 6,5% nei dodici mesi terminati in dicembre dal 7,1% del mese precedente, mentre l'indice "core" utilizzato per deflazionare la spesa dei consumatori è salito del 4,4% dal 4,7% di novembre.

Il rallentamento della congiuntura americana è più lento del previsto, ma la spesa dei consumatori è in leggera diminuzione da due mesi ed è atteso un aumento della disoccupazione nel corso del primo trimestre.
Nell'area Euro il tasso di inflazione è sceso a +8,5% dal 9,2% del mese precedente mentre non mostra segnali di rientro il tasso "core" al 5,2%.  La congiuntura europea rimane debole con il PIL del quarto trimestre praticamente invariato.

La Federal Reserve dovrebbe essere vicina alla fine del ciclo del rialzo dei tassi ei rischi per i mercati obbligazionari appaiono quindi ridotti.

Rendimenti dei Treasury decennali sopra al 3,5% dovrebbero quindi essere sfruttati per incrementare le posizioni sui titoli a lungo termine, mentre i rendimenti dei titoli europei appaiono meno interessanti.
Da considerare anche l'esposizione sulle emissioni ad alto rendimento e su quelle Investment Grade dei mercati emergenti.

MERCATI AZIONARI

Wall Street ha recuperato in gennaio quanto perso nel mese precedente  con l’indice S&P500 che si è riavvicinato al doppio massimo di dicembre situato a 4100 punti (grafico a destra): il superamento di tale barriera aprirebbe la strada verso i 4300 punti, livello che ci attendiamo nel corso del primo trimestre dell’anno e che consiglierebbe però una riduzione dell’esposizione azionaria portandola a un più neutro 50%.  Rialzi oltre tale livello giustificherebbe ulteriori riduzioni dell’esposizione.

Non è al momento chiaro se gli indici americani riusciranno a superare i massimi del 2021 nel corso dei prossimi mesi, ma anche in questo caso lo spazio al rialzo sarebbe modesto e sarebbe poi più probabile l’inizio di una nuova fase ribassista di medio termine.

La stagione delle trimestrali è stata sinora positiva per i mercati, i rendimenti obbligazionari sono ridiscesi insieme alle pressioni inflazionistiche e le banche centrali dovrebbero essere vicine alla fine del ciclo di rialzi dei tassi: lo scenario di breve rimane quindi positivo per i mercati azionari e basterà un ribalzo dei tecnologici per riportare gli indici sui massimi, che ripetiamo sarà da sfruttare per uscire dai mercati azionari: dopo 14 anni il trend rialzista appare ormai maturo per un’inversione.  Scopriremo in seguito il motivo.

Da notare poi come gli indici europei, più orientati sui titoli Value siano ormai vicini ai massimi di fine 2021 (grafico a destra dello Stoxx50), e il loro superamento appare quindi più probabile che per gli indici americani.

Tokyo è invece ferma da parecchi mesi, mentre appare più positiva la posizione dei mercati emergenti come ad esempio Hong Kong (grafico in basso).

 

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