19/12/2022

Bluestar: dal tramonto all'alba

Dal tramonto all’alba

  Scenario macro

Come ampiamente previsto, il picco di inflazione globale è passato, ora si scende velocemente. Ad un certo punto, tuttavia, il tasso di inflazione, a livello ben più alto del 2%, diventerà più resistente. Il paradigma è cambiato

L’attenzione si è già spostata dall’inflazione al futuro della congiuntura macro, con la possibilità di una finestra positiva a breve

Nessuna recessione in vista nel breve termine, mentre è elevata la probabilità di un forte rallentamento nel 2H23 o 2024. Recessione dura possibile ma improbabile. Nessun crash sistemico

  • Salvo risvolti geopolitici drammatici, l’Europa non crescerà molto meno degli USA grazie alla stabilizzazione dei costi energetici, ai generosi sussidi, allo scongiurato rischio di razionamenti. Negli USA lo shock energetico non c’è mai stato (...), il consumo e il capex tengono, l’occupazione è buona cosi come la salute dei consumatori. Nessuna crisi immobiliare in USA
  • I mercati emergenti beneficieranno della loro proattività nel controllare l’inflazione, della demografia favorevole ai consumi, della stabilizzazione dei costi energetici e della futura riapertura cinese. Nessuna crisi alimentare, alla fine... L’ Asia risulterà particolarmente favorita dal ritorno della crescita cinese
  • Politica monetaria
  • Come ampiamente previsto, il reset delle aspettative sui tassi a medio termine è finito, in particolar modo nei mercati emergenti, nei mercati con maggiore leva immobiliare (Canada, Australia, Svizzera) e negli USA. La BCE vorrebbe e dovrebbe essere più aggressiva ma è limitata dall’entità del debito pubblico periferico
  • Ci attendiamo entro qualche mese una pausa nel rialzo tassi proclamando vittoria (non meritata), con la “scusa” che le aspettative inflazionistiche restano ancorate. Dopo di che o l’inflazione riprende a correre o una recessione obbligherà le BC a tagliare
  • Un target di inflazione attuale superiore, ma non troppo, al 2% è stato cercato per anni e rappresenta l’unica soluzione all’esplosione dei debiti pubblici occidentali

 

Upside down

  • Azionario
  • Come ampiamente previsto, i mercati hanno rimbalzato dopo i minimi di settembre: l’inflazione scende, le BC sono più “morbide”, l’economia tiene, gli utili non crollano. Alla fine quello che conta sono i fondamentali, non le chiacchiere!
  • Trarre conclusioni sugli utili dalla storia di passate recessioni è sbagliato. Le aspettative, ex energy, stanno già scendendo e, escludendo il caso di una hard recession, non avremo decrescite cosi rilevanti. La Cina torna investibile

Il 99% del mercato si aspetta debolezza nel 1H23 e forza nella 2H23. A nostro parere sarà semmai il contrario. In ogni caso i tassi sono alti e resteranno tali. Dunque l’epoca dei bull market a doppia cifra è finita. I minimi recenti dovrebbero comunque tenere

  • Obbligazionario

Come ampiamente previsto, il rialzo sui tassi obbligazionari a breve è terminato. Ci aspettiamo però un ri-flattening della curva. I bond governativi rientrano di diritto nell’universo di investimento, più attenzione ai corporate soprattutto HY. Da privilegiare gli emergenti di qualità

  • Valute e materie prime

Come ampiamente previsto, il meglio per il dollaro è terminato anche se è difficile immaginare, a breve termine, grosse svalutazioni. La finestra risk on dovrebbe favorire l’Euro, lo Yen, alcuni EM e sfavorire il CHF e il CAD

Le materie prime saranno dipendenti da variabili geopolitiche (imprevedibili) e dalla riapertura cinese (più prevedibile). La tenuta dell’economia, ceteris paribus, le terrà comunque sostenute

Come ampiamente previsto, l’oro non è crollato e in uno scenario di inflazione strutturalmente alta ma controllata e tassi reali stabili o in discesa resta favorito (alla faccia del bitcoin). Il futuro di lungo termine del USD è definitivamente al tramonto e molte BC ne stanno già prendendo atto, accumulando silenziosamente oro fisico (che manca!!)

 

 

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