L’attenzione degli investitori è oggi puntata sul dato della disoccupazione americana di settembre, considerato il dato mensile più importante per i mercati nonostante sia notevolmente inaffidabile: le revisioni nei mesi successivi sono regolarmente molto ampie e inoltre spesso divergono i risultati del survey dei datori di lavoro, da cui si deduce il numero dei nuovi occupati del settore non agricolo, da quelli del survey delle famiglie da cui deriva il tasso di disoccupazione. Per oggi le attese sono per 147 mila nuovi occupati (dai 142 mila di agosto) e un tasso di disoccupazione invariato al 4,2%. Il dato di mercoledì dei nuovi occupati calcolato dall’ADP per il settore privato è stato di 143 mila unità, ma la correlazione con il dato governativo non è elevata.
Ieri Wall Street ha chiuso in leggero ribasso con l’indice SP500 che ha perso lo 0,17% finendo a 5699 punti (grafico in basso), ma il Nasdaq ha chiuso praticamente invariato grazie al +3,37% di NVIDIA, il cui Ceo ha definito impressionante la domanda di microchips, e al’1,74% di Facebook. In ribasso Tesla del 3,36% coinvolta dalle flessione di tutti i titoli del settore automobilistico. Salgono marginalmente i titoli petroliferi nonostante il greggio WTI sia salito significativamente raggiungendo i 74 dollari al barile.
In Asia Tokyo oggi ha guadagnato lo 0,16% mentre Hong Kong ha guadagnato il 2% circa e gli indici cinesi domestici sono ancora fermi per festività.
Gli indici europei aprono poco mossi dopo le perdite di eri, particolarmente ampie a Milano sui timori di un aumento del prelievo fiscale sulle imprese: particolarmente penalizzate le utilities.
I mercati obbligazionari aprono questa mattina in ribasso con il rendimento del Bund a 2,17% e quello del BTP a 3,49%: sale anche il rendimento i Treasurys americani a 3,85%.
L’oro di dicembre tratta questa mattina a 2679 dollari l’oncia, mentre l’argento sale a 32,30 dollari. Sul mercato dei cambi l’Euro è sui livelli di ieri a quota a 1,1020 mentre il dollaro/Yen apre a 146,40.
