Per aver incassato un rendimento mensile di oltre nove punti (+9,39%), Julius Baer Multistock - Euroland Value Stock B si laurea Best Performer di aprile per la Categoria Az. Euro - Large Cap. Qui seguito potete trovare la nostra intervista esclusiva a Hans Ulrich Jost, Fund Manager della società.
Fondo: Julius Baer Multistock - Euroland Value Stock B
ISIN: LU0100915437
Categoria: Az. Euro – Large Cap
Società: Julius Baer Multistock - GAM Luxembourg
Performance mensile: +9,39%
Il fondo investe in azioni di società dell'area euro, adottando una strategia di tipo value. Quali sono le logiche che sottostanno al fund picking?
Il nostro processo di stock picking è puramente bottom-up e interamente basato sulle valutazioni. Valutiamo i margini normalizzati di una società e il suo potere di guadagno per ricavare i nostri obiettivi di fair value con un focus importante sulla capacità di generazione di free cash-flow di una società. L’elemento principale di differenziazione rispetto ai nostri competitor, comunque, è il modo in cui implementiamo la nostra filosofia di investimento. In primo luogo gestiamo fondi con portafogli concentrati (con 25 e 10 titoli) in modo da rimanere molto focalizzati e portare avanti un’analisi estremamente approfondita delle nostre esposizioni per comprendere appieno le propensioni e i driver dei diversi modelli di business. In secondo luogo, le nostre posizioni iniziali hanno sempre lo stesso peso monetario in modo che tutte le nostre esposizioni possano competere sullo stesso piano. Infine, ci riproponiamo di “gestire Alpha”, nel senso che abbiamo un processo completamente concentrato sulla specifica quantità che, a fine giornata, dobbiamo conseguire per i nostri clienti, ovvero, rendimento in eccesso o Alpha.
Ad aprile il fondo guadagna oltre nove punti percentuali contro un indice MSCI EMU NTR che si ferma a +1,20%. Non solo, da inizio anno è il fondo più remunerativo della categoria, composta da oltre 200 fondi. Quali sono stati i fattori di successo che hanno portato a questo risultato?
Alla base di quella sovraperformance vi è il nostro processo di selezione dei titoli che ci guida in maniera coerente in direzione di quelle potenziali opportunità d’investimento che mostrano le valutazioni più interessanti. Lo scorso 11 febbraio, dopo un periodo di costante sovraperformance dei titoli growth su quelli value durato 8 anni, il mercato ha raggiunto il posizionamento più estremo da qualche decennio a questa parte con il 95% del mercato, trasversalmente a tutte le differenti categorie di prodotti, in posizione lunga o di sovrappeso sui titoli quality e di sottopeso o short su quelli value. Ne consegue che questo posizionamento estremamente “affollato” ha cominciato lentamente a dispiegarsi.
Attualmente il portafoglio è prevalentemente investito su Francia (45%) e Germania (25%) a fronte di un peso all’interno del benchmark rispettivamente del 32 e del 30%. Cosa vi ha spinto a scommettere più sulla Francia? Prevedete di apportare modifiche all’attuale allocazione per i prossimi mesi? C’è qualche settore che risulta maggiormente interessante?
Dato il nostro approccio puramente bottom-up, l’allocazione geografica e settoriale rispecchia semplicemente l’insieme delle opportunità d’investimento interessanti che individuiamo in queste aree e non discende da considerazioni di natura differente. Al momento non prevediamo alcun cambiamento nel nostro posizionamento dato che abbiamo ancora una significativa crescita rispetto al fair value delle nostre posizioni. Un eventuale cambiamento, come sempre, può dipendere dal raggiungimento di una piena valutazione da parte delle nostre posizioni. Ad oggi i settori che possono offrire le più interessanti opportunità d’investimento sono banche, energetici e materiali.
Il 5 maggio è stato pubblicato il terzo bollettino 2016 della BCE dal quale emerge che la ripresa economica nell'area dell'euro sta proseguendo, anche se è ancora frenata dal processo di aggiustamento dei bilanci in diversi settori, dal ritmo insufficiente di attuazione delle riforme strutturali in alcuni paesi e dalle prospettive di crescita contenuta nei mercati emergenti. L'inflazione complessiva nell'area dell'euro si è mantenuta attorno allo zero negli ultimi mesi ma, nel contesto attuale, è indispensabile assicurare che le condizioni di inflazione estremamente bassa non si radichino in effetti di secondo impatto sul processo di formazione di salari e prezzi. Dopo l'ampio pacchetto di misure di politica monetaria adottato ai primi di marzo, le condizioni finanziarie generali nell'area dell'euro sono migliorate. Alla luce di quanto comunicato, quali sono le vostre attese sull’Eurozona per i prossimi mesi?
Nel corso degli ultimi due mesi la crescita dei prestiti in tutti i Paesi europei ha iniziato a migliorare gradualmente e ad aprile ha mostrato una crescita positiva su base annua dell’1,3%. Inoltre, aspetti come la conclusione dell’impatto estremamente deflazionario del collasso delle materie prime e la stabilizzazione del rallentamento economico nei principali Mercati Emergenti, come Cina, Brasile e Russia, dovrebbero assicurarci un graduale abbattimento delle forti pressioni deflazionistiche così da essere di supporto ad un processo di lenta normalizzazione del tasso d’inflazione. Gli standard di credito in Europa si sono gradualmente allentati nel corso degli ultimi 12 mesi, elemento che faciliterà un’ulteriore crescita del mercato dei prestiti, unico vero importante driver della crescita economica. Il fatto che uno dei principali cicli di alleggerimento delle scorte sia giunto a conclusione nel mese di febbraio, dopo un anno e mezzo, e che la prima iniziativa di stoccaggio, trasversale a tutti i settori, inizia a prendere forma in maniera evidente, dovrebbe dare una nuova accelerazione alla crescita economica in Europa.