Pausa e riequilibrio
Boston, 10 gennaio 2025 - State Street Global Markets ha pubblicato oggi i risultati degli State Street Institutional Investor Indicators relativi al mese di dicembre.
L'indice di propensione al rischio di State Street è sceso a -0,09 a dicembre, un dato che registra l’interruzione della ricerca del rischio da parte degli investitori istituzionali dopo i quattro mesi consecutivi visti in precedenza. Gli indicatori di partecipazioni di State Street hanno mostrato che le allocazioni degli investitori a lungo termine nelle azioni sono rimaste sostanzialmente invariate, rimanendo al livello più alto registrato negli ultimi sedici anni e mezzo. La liquidità ha registrato un modesto aumento di 10 punti percentuali, interamente finanziata da un calo di 13 punti percentuali delle allocazioni ai titoli a reddito fisso.
“Il comportamento degli investitori a dicembre è stato caratterizzato da tre elementi. Il primo è che, quando gli investitori hanno cercato di ridurre il rischio verso la fine dell'anno erano ancora più propensi a farlo con i titoli sovrani che con le azioni. Con un'allocazione alle azioni sostanzialmente invariata nel mese, ciò significa che gli investitori a lungo termine iniziano il 2025 con il maggior sovrappeso in azioni da sedici anni e mezzo a questa parte”, ha osservato Michael Metcalfe, Head of Macro Strategy di State Street Global Markets.
“Il secondo è che il sovrappeso degli investitori di lungo termine nelle azioni rimane altamente concentrato, ma gli investitori stanno iniziando a fare qualcosa al riguardo. In tutte le aree geografiche da noi monitorate, gli Stati Uniti sono l'unica zona in cui gli investitori sono sovrappesati, ma l'entità del sovrappeso è stata almeno ridotta nel mese di dicembre e non è più ai massimi da ventisei anni. Questa riduzione potrebbe riflettere una ragionevole gestione del rischio, ma anche le incertezze legate alla politica monetaria, fiscale e commerciale degli Stati Uniti.”
“Il terzo è che, per quanto gli investitori siano ottimisti nei confronti delle azioni, il pessimismo a lungo termine degli investitori nei confronti dei mercati sovrani a reddito fisso rimane radicato. È significativo che, mentre il rischio si riduceva verso la fine dell'anno, sono state le allocazioni al reddito fisso a diminuire. Le preoccupazioni relative alla duration di detenzione derivano dal timore di una ripresa dell'inflazione e di deficit fiscali insostenibili. Questo sembra particolarmente radicato nell'Eurozona, dove la domanda degli investitori a lungo termine per le obbligazioni francesi è crollata ai minimi di sei mesi a novembre e non si è ripresa a dicembre. Anche la domanda di Bund e Bonos è diminuita, mentre quella di BTP è rimasta stabile, concludendo così un anno negativo per la domanda istituzionale per la maggior parte degli asset europei.”
Gli Institutional Investor Indicators (le 3 “i”) sono stati sviluppati da State Street Associates, la divisione di ricerca e advisory di State Street Global Markets. Misurano la fiducia degli investitori o la propensione al rischio in modo quantitativo, analizzando i modelli di acquisto e di vendita degli investitori istituzionali, ricavati dai 44 trilioni di dollari di asset in custodia e amministrazione di State Street (in questo patrimonio non sono inclusi gli asset detenuti da State Street stessa). L’indice di propensione al rischio deriva dalla misurazione dei flussi degli investitori in ventidue diverse dimensioni di rischio tra azioni, valute, reddito fisso, asset legati alle materie prime e trend di asset allocation. L’indice cattura la proporzione dei ventidue elementi di rischio che hanno visto un comportamento orientato alla ricerca o alla riduzione del rischio.
Una lettura positiva indica che nel complesso gli investitori stanno aumentando la loro esposizione al rischio, mentre una lettura negativa suggerisce una riduzione del rischio. Gli indicatori delle partecipazioni di State Street rilevano la quota dei portafogli degli investitori allocata in azioni, reddito fisso e liquidità a partire dal 1998.