28/04/2025

Carmignac: il risveglio della tigre tedesca

Il risveglio della tigre tedesca: una nuova era economica e finanziaria 

Uno sguardo ai cicli di sovraperformance del mercato azionario tedesco e di quello statunitense e a cosa ci riserva il futuro 

Performance dei titoli azionari tedeschi e statunitensi dal 1953, su base 100

 

 

Fonte: Carmignac, Bloomberg, aprile 2025. Titoli azionari statunitensi: S&P 500 dal 1953 al 1990, e S&P 500 dividendi reinvestiti dal 1990 al 2025. Titoli azionari tedeschi: DAX a partire dal 1959 e R. Stehle & M. Schmidt “Performance dei titoli azionari tedeschi 1954-2013” prima del 1959.

 

Nel lungo termine, i mercati azionari tedeschi non hanno nulla da invidiare a quelli della principale economia mondiale. Negli ultimi 70 anni, l’indice S&P 500 e l’indice DAX 40 hanno registrato performance equivalenti, arrotondate al centesimo: in media il 9% annuo.

 

Sebbene il punto d’arrivo finale sia pressoché identico, a volte i percorsi sono risultati divergenti.

Dal 1950 al 1970, il “Wirtschaftswunder”[1] e il sostegno finanziario del piano Marshall (tra 100 e 200 miliardi di euro attuali) hanno determinato una forte sovraperformance dei titoli azionari tedeschi. Analogamente, sulla scia della riunificazione, del “Solidarpakt[2] (da 120 a 140 miliardi di euro attuali) e dei successivi dieci anni di integrazione economica dell’ex Germania dell’Est, l’indice DAX ha generato rendimenti ben più elevati dell’indice S&P 500. I mercati azionari statunitensi hanno registrato le proprie fasi principali di sovraperformance a partire dallo shock petrolifero del 1973 all’apice della bolla internet del 2000, e dai minimi della grande crisi finanziaria, alla fine del 2008, ai massimi del 2024. In entrambi i casi, la supremazia tecnologica ha rappresentato il principale fattore della sovraperformance del mercato azionario. 

Negli ultimi tre anni, i titoli azionari tedeschi e statunitensi hanno registrato performance equivalenti, il che costituisce sicuramente una sorpresa per molti di noi. Siamo infatti consapevoli dell’impatto dei “Magnifici 7” sull’intero mercato azionario statunitense, ma conosciamo bene i fattori trainanti del mercato azionario tedesco in questo periodo? In un contesto economico sfavorevole, in cui l'industria ha dovuto far fronte a prezzi molto elevati delle materie prime, a distinguersi è stato soprattutto il settore tecnologico (SAP), ma anche il settore finanziario in senso lato (compagnie assicurative come Allianz o Munich Re). Nel settore dell’energia si è distinta Siemens Energy. Alcuni titoli industriali sono riusciti a superare il deficit energetico (Rheinmetall) e a sovraperformare la maggior parte dei principali titoli tecnologici statunitensi.

I prossimi anni potrebbero benissimo prolungare, o addirittura amplificare, la piacevole sorpresa tedesca. I piani di investimento nel settore della difesa e in quello delle infrastrutture[3], di entità superiore al Piano Marshall, sono perfettamente in grado di riportare la Germania a un tasso di crescita da tempo dimenticato, mentre gli interrogativi sulla fine dell’eccezionalismo americano potrebbero gradualmente dirottare i capitali dagli Stati Uniti verso il resto del mondo. Le dinamiche dei flussi finanziari internazionali dovrebbero consentire ai titoli azionari tedeschi ed europei di concretizzare tutte le loro tesi attraverso valutazioni più elevate.

 

[1]“Miracolo economico”

2 Fondo unitario tedesco

3 “Zeitenwende 2.0”

[1] “Miracolo economico”

[2] Fondo unitario tedesco.

[3] “Zeitenwende 2.0”.

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