Portafogli d’estate: l’Asset Allocation di Vontobel per i Private Clients in Italia
- View macro: improbabile uno scenario di inflazione elevata
- Azionario e cash ancora preferiti ad obbligazionario, il dollaro debole favorirà i mercati emergenti
- Obbligazionario negativo con il credito, neutrali i titoli di stato
- Italia, più ottimismo con spread BTP/Bund sotto 100 pb senza acquisti Bce
- Valute, ritmo declino dollaro potrebbe variare in secondo semestre
- Oro, domanda banche centrali appare robusta

Prezzi beni Usa visti in aumento con dazi ma in via transitoria
Uno scenario di risk sentiment tutto sommato positivo è stato solo parzialmente offuscato dall’attacco di Israele all’Iran, che ha spinto al rialzo i prezzi del petrolio sollevando interrogativi sull’approvvigionamento in un mercato altrimenti in eccesso di offerta. Guardando al Medio Oriente ipotizziamo tre scenari di gravità crescente, da quello di una guerra breve con il greggio che arriva a 70-80 dollari al barile per poi ritracciare - che è il nostro scenario di base - fino a quotazioni sopra i 100 dollari con la possibile chiusura dello stretto di Hormuz, esito che tuttavia appare poco probabile. Solo in questo scenario estremo potrebbe materializzarsi uno shock da inflazione. Altrimenti, ci sono poche ragioni per temere una ripresa significativa dei prezzi al consumo: alcuni dati macro sono migliorati ma la crescita economica continua a rallentare, rendendo improbabile una ripresa della domanda e, sebbene siano previsti aumenti dei prezzi dei beni statunitensi legati ai dazi, questi dovrebbero essere temporanei.
Azionario leggermente positivo con borse emergenti in sovrappeso
La mancanza di visibilità generale continua a giustificare un approccio cauto all'assunzione di rischio, soprattutto in vista di possibili altalene dei mercati in estate. Rimaniamo quindi neutrali su Wall Street in un contesto leggermente in sovrappeso sull’azionario grazie ad un modesto overweight sull’equity dei paesi emergenti: riteniamo infatti che l’emergere di “DeepSeek” abbia posto le basi per politiche più favorevoli alle imprese in Cina; inoltre, la continua riduzione dell’esposizione degli investitori agli asset statunitensi potrebbe avvantaggiare altre regioni, compresi i mercati emergenti; infine, la nostra visione ribassista sul dollaro statunitense favorisce un leggero sovrappeso sulle borse emergenti che tipicamente registrano buone performance nei periodi di debolezza del biglietto verde.
Reddito fisso: view leggermente negativa, pessimismo su high yield
Il panorama resta complesso per i rendimenti obbligazionari statunitensi, soprattutto sulle scadenze più lunghe, complici le preoccupazioni sulla disciplina di bilancio dell’amministrazione USA . All'interno del reddito fisso, preferiamo leggermente i titoli di Stato (neutrali) rispetto alle obbligazioni high yield (negativi): dopo il recente restringimento degli spread sulla scia delle notizie più positive sul fronte del commercio internazionale, i rendimenti non offrono una remunerazione sufficiente rispetto ai livelli storici, considerando i rischi elevati e la volatilità dei mercati.
Piazza Affari, multipli relativamente contenuti a fronte di una maggiore crescita degli utili
Lo spread BTP/Bund è sceso sotto i 100 pb, un livello che si era visto nella primavera del 2021 e a fine 2015, quando la BCE comprava titoli di stato italiani in abbondanza. Oggi lo spread italiano vive di luce propria dopo l’upgrade da parte di S&P a BBB+ e il miglioramento dell’outlook a “positivo” da parte di Moody’s grazie all’evoluzione positiva dei conti italiani in termini di miglioramento di deficit.
L’Italia trova anche il proprio spazio nell’ambito dell’allocazione all’azionario europeo grazie a multipli relativamente contenuti (P/E25 di 13x, contro il 15x dell’Europa) e alla maggior crescita degli utili dal periodo pre-Covid nel 2024. “E’ invece presto per incorporare nelle aspettative degli utili il contributo del bazooka tedesco da 1.000 miliardi di euro tra infrastrutture e maggiori spese per la difesa”, ha detto Gianni Piazzoli, CIO di Vontobel Wealth Management SIM. “Per entrambi i capitoli di spesa l’Italia è un fornitore più che accreditato in Germania dato il peso che ricopre come seconda manifattura europea”.
Valute, dollaro resta vulnerabile
Il ritmo del calo del dollaro potrebbe non essere pari a quello registrato nel primo semestre, ma questo dipenderà dall'evoluzione dei dazi, dagli sviluppi della prevista traiettoria fiscale degli Stati Uniti e dalle dinamiche cicliche a breve termine. Anche se lo status del dollaro come valuta di riserva mondiale appare per ora incontrastato - date variabili chiave quali le allocazioni delle banche centrali, il debito internazionale e l'emissione di prestiti o il fatturato giornaliero del mercato valutario - le politiche tariffarie statunitensi e la potenziale ridistribuzione dei flussi commerciali globali potrebbero alla fine tradursi in un calo delle transazioni in dollari, accelerando un minor ricorso al dollaro nelle allocazioni di riserva. Questo fenomeno è già in atto, con l'oro che ne esce vincitore.
Oro, una copertura “non economica” ma la domanda tiene
La crisi tra Israele e Iran ha spinto l’oro oltre i 3.400 dollari USA l'oncia a giugno. Sebbene l'oro sia ben lungi dall'essere una copertura “economica” a questi livelli e la domanda cinese sembri aver perso slancio, riteniamo che continui a godere di un sostegno strutturale: la domanda di oro da parte delle banche centrali appare robusta, con oltre il 70% delle banche centrali che prevede un aumento delle riserve auree nei prossimi cinque anni. L'oro potrebbe anche beneficiare delle nostre previsioni di un mercato ribassista del dollaro USA, data la sua relazione storicamente inversa con il biglietto verde.