L’attacco israeliano all’Iran ha portato una notevole volatilità nel corso delle ore asiatiche, con rally dei mercati obbligazionari e del petrolio e ampia flessione degli indici azionari, ma i timori di una escalation militare sembrano rientrati e i futures sugli indici azionari americani trattano a –0,50% dopo essere stati anche a –1,50%.
I mercati obbligazionari aprono questa mattina con rialzi intorno ai 20/30 centesimi dopo essere saliti di un punto in Asia e il rendimento del Treasury decennale tratta ora a 4,58%, solo qualche centesimo sotto la chiusura di ieri, mentre quello del Bund è poco mosso a 2,45%.
E’ invariato anche il dollaro contro l’Euro a 1,0635 e 154,40 contro lo Yen, un altro segnalare di rientro dei timori geopolitici.
Il petrolio WTI ha guadagnato quattro dollari in Asia per poi correggere vistosamente e apre a 83,75 dollari al barile, un dollaro sopra la chiusura di ieri.
Sono state invece significative per perdite dei mercati azionari asiatici con Tokyo che ha perso il 2,52%, Seul l’1,62% e Hong Kong l’1,10%, e anche gli indici europei aprono con ampi ribassi, sopra al punto percentuale per il Dax e lo 0,805 per lo Stoxx50. Da notare il -6,7% di Taiwan Semiconductors dopo la trimestrale.
L’attacco israeliano ha colto i mercati azionari in una fase di correzione che ha spinto l’SP500 sotto quota 5000 (grafico in basso) accentuando un trend discendente che rischia di diventare di medio termine.
Dal fronte macro oggi non sono attesi dati significativi se non i prezzi alla produzione tedeschi di marzo, mentre le trimestrali più importanti sono quella di american Express e P&G prima dell’apertura del mercato.