L’inflazione USA ha rallentato più del previsto in ottobre con la crescita del tendenziale dell’indice Core che è scesa al 4,0% contro il 4,1% previsto: la reazione dei mercati è stata sorprendentemente ampia, soprattutto perché gi azionari venivano da un notevole recupero da inizio mese: il dollaro ha perso quasi due punti contro l’Euro che questa mattina apre a 1,0875 e una figura contro lo Yen a 150,60.
Positiva anche la reazione del mercato obbligazionario, con il rendimento del Treasury decennale che è sceso al 4,45%, trascinando in basso quello del Bund a 2,60% e quello del BTP decennale a 4,40%.
Wall Street ha festeggiato con un +1,91% dell’indice SP500 che ha chiuso a 4495 punti (grafico in basso) con un rialzo quasi del 10% dal minimo di 4100 punti toccato a fine ottobre.
Solitamente quando scendono i rendimenti obbligazionari sono i titoli tecnologici a salire maggiormente, ma ieri sono stati i bancari a far segnale i rialzi più ampi: Bank of America ha guadagnato il 5,49% e Wells Fargo il 3,21%. Tra i tecnologici Tesla è stato il migliore con un +6,12% mentre i rialzi di Amazon, Facebook e NVIDIA sono stati intorno al 2,1%.
I mercati asiatici hanno seguiti Wall Street con rialzi del 2,20% per Seul, del 2,51% per Tokyo e del 3,67% per Hong Kong. La crescita del PIL giapponese del terzo trimestre è stata però in territorio negativo.
Il petrolio WTI è stata l’unica asset class più cauta e questa mattina apre a 78,50 dollari al barile, mentre l’oro è risalito a quota 1970.
Dal fronte macro oggi si segnala il dato sull’inflazione inglese appena uscito a 4,6% che sarà seguito da quello della stima finale dell’inflazione di ottobre in Francia e Italia, mentre nel pomeriggio avremo dagli Stati Uniti i prezzi alla produzione di ottobre e le vendite al dettaglio.
