Il tasso di inflazione USA di giugno è salito come previsto al 2,7% e al 2,9% escludendo energia ed alimentari e la reazione del mercato obbligazionario è stata negativa con il Tbond in ribasso di quasi un punto a quota 112.
Wall Street è stata sostenuta da NVIDIA che ha guadagnato il 4% sulla notizia che potrà nuovamente esportare microchips H20 in Cina: il Nasdaq ha chiuso a +0,18%, ma l'SP500 ha chiuso a 6243 punti perdendo lo 0,41% (grafico in basso). Da notare il -1,92% dell'indice Russell 2000 dei titoli a minore capitalizzazione.
Meno ottimisti anche ieri i mercati europei con gli indici che hanno perso mezzo punto percentuale circa.
A Wall Street è stato il settore bancario il peggiore con Wells Fargo che che perso il 5,49% dopo la trimestrale peggiore delle attese, mentre JPMorgan ha perso lo 0,85% nonostante un bilancio migliore del previsto sia in termini di entrate che di utili. Ancora deboli i petroliferi con Exxon Mobil che ha perso lo 0,89% e Chevron lo 0,63%.
Tra i tecnologici Apple ha guadagnato lo 0,19% e Microsoft lo 0,53% mentre Tesla ha perso l'1,93%.
Gli azionari asiatici oggi chiudono leggermente in rosso con Tokyo che perde lo 0,07% come Hong Kong mentre gli indici europei aprono in ribasso dello 0,30%. Scendono dello 0,30% anche i futures sugli indici americani.
Il mercato dei Treasurys ha chiuso in ribasso con il titolo a 30 anni che ha perso un punto portando il rendimento sopra al 5% mentre il rendimento del decennale ha chiuso a 4,49%. Il Bund apre oggi al 2,72% e quello del BTP a 3,61%, entrambi sui livelli di ieri, poco influenzati dall'inflazione americana.
L'oro scende ulteriormente a 3344 dollari l'oncia e l'argento apre a 38,20. Il petrolio WTI tratta a 66,80 dollari mentre il Brent apre a 66,90 dollari.
Sul mercato dei cambi l'Euro apre a 1,1626 dopo essere sceso sotto quota 1,16 ieri pomeriggio mentre il dollaro/yen tratta a 148,70.
Dal fronte macro si segnala l'inflazione britannica di giugno uscita questa mattina in rialzo al 3,6%, mentre nel pomeriggio sono attesi i prezzi alla produzione USA.
Prima dell'apertura del mercato americano avremo tra le altre le trimestrali di Johnson & Johnson, Morgan Stanley, Bank of America e Goldman Sachs.