La EMEA Wealth Manager Survey per il 2025 di State Street Investment Management evidenzia gli ETF, gli investimenti alternativi e tematici come principali opportunità di crescita per il settore
7 ottobre 2025: State Street Investment Management ha pubblicato la EMEA Wealth Manager Survey per il 2025*, che fornisce approfondimenti sui principali fattori che influenzano le decisioni di investimento dei wealth manager, su come stiano affrontando le sfide e le opportunità di lungo termine e su come queste stiano plasmando le loro priorità per il prossimo decennio.
In un periodo di grande incertezza macroeconomica e di cambiamenti nel settore, il sondaggio coglie le principali tendenze che guidano il posizionamento dei portafogli – inclusi ETF, approcci attivi, allocazione in asset alternativi e tematici – e le misure adottate dai wealth manager per affrontare gli ostacoli.
Cinque punti chiave
- Gli ETF restano dominanti, con una domanda crescente sia per strategie indicizzate che attive. L’88% dei wealth manager prevede di utilizzare con maggiore frequenza gli ETF nei portafogli dei clienti. Circa la metà dei wealth manager (47%) prevede di mantenere l’attuale allocazione tra investimenti attivi e indicizzati.
- Gli investimenti alternativi guadagnano importanza, anche se la liquidità rappresenta il vincolo decisivo. I wealth manager mostrano un interesse crescente per i mercati privati, con il 53% che prevede di aumentare l’allocazione al private equity e il 42% al private credit nei prossimi tre-cinque anni. Tuttavia, la liquidità rimane una barriera significativa, citata come ostacolo principale dal 68% degli intervistati.
- I tematici, in particolare tecnologia e AI, continuano a catalizzare l’attenzione. La tecnologia sta trasformando il settore, con il 72% dei wealth manager focalizzati sull’innovazione tecnologica e AI.
- Pressioni sui costi e complessità normativa guideranno le decisioni. I wealth manager esprimono preoccupazione per la disruption tecnologica (27%), le pressioni sui costi (22%), la compliance normativa (17%) e l’incertezza dei mercati (11%).
- I wealth manager chiedono maggiore innovazione, analisi più approfondite e un supporto più forte da parte degli asset manager. Cresce la domanda di ETF attivi, smart beta e tematici, così come un maggiore accesso ai mercati privati e a soluzioni alternative beta. Tra le esigenze principali figurano insight di mercato tempestivi, dati sui flussi e indicazioni di asset allocation tattica , insieme a un rafforzamento delle attività formative per i portfolio manager.
Commentando i risultati, Matteo Andreetto, Head of Intermediary Clients Coverage per l’Europa di State Street Investment Management, ha dichiarato:
“I risultati sono eterogenei: alcuni attesi, altri sorprendenti. Gli ETF continuano a dominare, ma le strategie attive sono in crescita. Gli investimenti alternativi stanno guadagnando terreno, anche se la liquidità resta un ostacolo. E la tecnologia, in particolare l’intelligenza artificiale, sta trasformando in tempo reale sia la costruzione dei portafogli sia il rapporto con i clienti.
Se dovessimo sintetizzare il messaggio principale emerso dall’indagine, sarebbe questo: la flessibilità sarà fondamentale. Ai wealth manager viene chiesto di offrire contemporaneamente efficienza, innovazione e resilienza. Ascoltandoci e imparando gli uni dagli altri, sono fiducioso che sapremo affrontare questa sfida e scrivere insieme il prossimo capitolo del wealth management europeo.”
Risultati della EMEA Wealth Manager Survey per il 2025 di State Street Investment Management
Il ruolo degli ETF nell’attuale contesto di mercato
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I wealth manager prevedono di usare più frequentemente gli ETF (88%) rispetto ai fondi comuni (37%) e agli SMA (4%). Sebbene molti citino vantaggi quali come liquidità, negoziabilità e trasparenza, l’efficienza dei costi resta il principale fattore trainante (59%) dell’adozione degli ETF.
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La struttura degli ETF, associata a bid-ask spread ridotti, elevati volumi di scambio e portafogli trasparenti, supporta la flessibilità dei portafogli in mercati turbolenti.
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Il valore strategico degli ETF si estende ulteriormente: il 9% dei wealth manager sta considerando di collaborare con un ETF Provider per un range di ETF col proprio marchio per offrire strategie scalabili e commerciabili senza dover costruire un’infrastruttura propria.
L’ascesa della gestione attiva
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Mentre le strategie indicizzate continuano ad espandersi, nei prossimi tre-cinque anni circa la metà dei wealth manager (47%) prevede di mantenere l’attuale allocazione tra investimenti attivi e indicizzati.
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Circa quattro wealth manager su cinque hanno già investito in ETF attivi — e tra questi, l’85% intende aumentarne l’allocazione.
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L’obbligazionario è un catalizzatore importante. Circa la metà dei wealth manager prevede di fare maggiore affidamento sulla gestione attiva nel mercato obbligazionario nei prossimi anni.
L’opportunità dei mercati privati
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Per i wealth manager, l’integrazione degli asset privati nei portafogli è una questione di “quando”, non di “se”. Nei prossimi tre-cinque anni, il 53% degli intervistati prevede di aumentare l’allocazione al private equity e il 42% al private credit. Tuttavia, la liquidità resta una barriera significativa, citata come principale ostacolo dal 68%, seguita da commissioni, costi e minimi investibili.
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La spinta verso gli alternativi si rafforza e stanno emergendo nuovi prodotti che ampliano l’accesso a private credit, infrastrutture e altre esposizioni a real asset un tempo riservate a pochi.
La tecnologia sta trasformando il settore
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I wealth manager continuano a mostrare entusiasmo per gli investimenti tematici, con oltre sette su dieci focalizzati sull’innovazione in ambito tecnologico e AI; il 38% indica aerospazio e difesa come altri temi in crescita.
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Il cambiamento tecnologico sta influenzando non solo le strategie d’investimento ma anche l’ottimizzazione dei processi operativi. Il 57% degli intervistati identifica la gestione di portafoglio basata sull’intelligenza artificiale come il progresso più importante, seguita dall’onboarding digitale e dal client servicing (49%).
Le principali sfide individuate
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Dalla tecnologia alla regolamentazione, dalle richieste dei clienti alla volatilità dei mercati, ci sono numerosi ostacoli lungo il cammino. I wealth manager hanno evidenziato alcune aree di preoccupazione:
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Disruption tecnologica e AI (27%) – Adattarsi alla rapida evoluzione tecnologica rappresenta una sfida costante.
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Pressioni sui costi (22%) – La compressione delle commissioni continua a ridurre i margini. Offrire alpha contenendo i costi richiede un equilibrio delicato.
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Regolamentazione e compliance (17%) – Le società transfrontaliere, in particolare, affrontano oneri amministrativi che possono rallentare l’innovazione e distogliere risorse dal servizio al cliente.
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Incertezza di mercato (11%) – Inflazione, debito, tensioni geopolitiche: la sfida è preparare i portafogli per resistere a inevitabili sorprese che possono coinvolgere più asset class.
Cosa chiedono i wealth manager