MERCATI OBBLIGAZIONARI
Il dato più importante della settimana era l'indice dei prezzi PCE degli Stati Uniti, indice che viene utilizzato per deflazionare i dati nominali della spesa dei consumatori, e che viene seguito dalla Federal Reserve come miglior indicatore delle pressioni inflazionistiche anche se gli scontamento dal CPI sono abbastanza modesti: in ogni caso la variazione tendenziale di agosto è stata del 2,7% in aumento dal 2,6% del mese precedente, mentre la variazione dell'indice Core che esclude alimentari e prezzi petroliferi è stata del 2,9% come in luglio.
Il mercato azionario ha reagito positivamente forse perchè temeva un dato peggiore mentre il mercato obbligazionario ha chiuso invariato, ma in discesa dal venerdì precedente: il rendimento del Treasury decennale è finito a 4,18% dal 4,14% del venerdì precedente (grafico in basso).
Nella settimana qualche dato come gli ordini di beni di consumo USA durevoli è uscito meglio del previsto. Inferiori alle attese anche le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione.
In leggero aumento il rendimento del BTP decennale al 3,61% dal 3,57% della settimana prima. Quella del Bund decennale chiude la settimana al 2,74% e l'OAT francese al 3,56%.
MERCATI AZIONARI
Gli indici azionari americani hanno fatto segnare nuovi massimi storici in apertura di settimana per poi correggere nei giorni seguenti; l'SP500 ha chiuso venerdì a 6643 punti contro i 6664 del venerdì precedente (grafico in basso). NVIDIA ha toccato lunedì un nuovo massimo per una capitalizzazione vicina ai 4,5 trilioni di dollari.
I dati macro americani un po' superiori alle attese hanno raffreddato le aspettative di riduzioni dei tassi anche perchè Jerome Powell ha dichiarato che ulteriori tagli dei tassi nel corso dell'ultimo trimestre dell'anno non sono affatto scontati.
Lo scenario di rallentamento della congiuntura e di inflazione in lenta crescita non dovrebbe essere favorevole al mercato azionario, per non parlare dei rishi geopolitici e delle valutazioni storicamente elevate: gli investitori continuano a mostrare un notevole ottimismo e Wall Street non mostra segnali di inversione del trend rialzista.
Il primo supporto da monitorare per l'SP500 è situato a 6550 punti, ma già la discesa sotto il minimo della scorsa settimana a 6604 sarebbe un primo segnale di debolezza.
I mercati europei rimangono invece a consolidare sotto ai massimi di agosto e anche in questo caso non hanno violato ancora alcun supporto e il trend rimane pertanto orientato al rialzo.
L'attenzione dei mercati nel corso di questa settimana è puntata sul dato dell'inflazione nell'area Euro per il mese di settembre, atteso in rialzo da 2,0% a 2,2%, e quindi su quello della disoccupazione USA per lo stesso mese: l'economia americana dovrebbe aver creato circa 50 mila nuovi posti di lavoro dai 22 mila di agosto, mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere fermo al 4,3%.
CONCLUSIONI