E' inutile parlare di azioni e obbligazioni: la star della scorsa settimana è stato l'argento, che ha guadagnato il 14,4% più che raddoppiando da inizio anno. Il gas naturale è salito del 9,6% e il rame del 6%. Modesta la performance dell'oro con un misero + 3,85% settimanale. Il rally delle commodities non ha coinvolto il petrolio, poco sopra ai minimi dell'anno con il Brent a 60,20 dollari al barile. Venerdì il CME ha alzato i margini per i futures su oro e argento.
MERCATI OBBLIGAZIONARI
Poco mossi i mercati obbligazionari con pochi dati macro e solo la sorpresa del dato della crescita del PIL americano nel terzo trimestre del 4,3% (dato annualizzato rispetto al trimestre precedente e non Y/Y), contro il +3,8% del secondo trimestre. Si tratta però di un dato di mesi fa.
Il rendimento del Treasury decennale rimane fermo in una trading range modesta finendo a 4,13% grafico in basso. Il rendimento del BTP decennale ha chiuso a 3,51% e quello del Bund decennale al 2,86%. Da notare la continuazione del rialzo dei rendimenti giapponesi con il JGB trentennale al 3,39%.
Per quanto riguarda la settimana entrante martedì avremo il dato dell'inflazione spagnola di dicembre e le minute dell'ultima riunione della Federal Reserve, quindi mercoledì l'indice Chicago PMI oltre al dato settimanale delle richieste di sussidi di disoccupazione.
MERCATI AZIONARI
L'indice SP500 ha guadagnato l'1,4% la scorsa settimana avvicinandosi ai massimi storici (grafico in basso), mentre lo Stoxx 600 europeo ha guadagnato lo 0,20% con la maggior parte dei mercati chiusi per vari giorni per le festività natalizie. Il rally dei metalli preziosi ha spinto al rialzo il settore dei titoli minerari.
L'indice SP500 rimane da mesi sopra al primo importante supporto situato a quota 6550 non dando quindi alcun segnale di inversione del trend rialzista principale.

Anche a prossima settimana è contraddistinta dalla scarsa attività di fine anno e dall'assenza di dati macro significativi.