MERCATI OBBLIGAZIONARI
Prosegue la fase laterale dei mercati obbligazionari, spiegabile con il fatto che i dati macro europei risultano molto stabili e che quelli provenienti dagli USA sono meno solidi del solito. Le dichiarazioni di alcuni esponenti della Fed hanno alimentato le aspettative di un taglio dei tassi a metà dicembre, ma i rendimenti a lungo termine sono scesi solo marginalmente: il rendimento del Treasury decennale ha chiuso la settimana al 4,02% (grafico in basso), quello del Bund al 2,69% e quello del BTP decennale al 3,40%.

La prossima settimana si apre lunedì con l’indice S&P e l’indice ISM per il settore manifatturiero USA di novembre, oltre all’indice Chicago PMI per lo stesso mese. Martedì avremo la prima stima dell’inflazione dell’area euro di novembre, attesa invariata al 2,1%, e i JOLTS job openings americani.
Mercoledì sono attesi i nuovi occupati del settore privato calcolati dall’ADP per gli Stati Uniti, l’indice S&P dei servizi e quello ISM. Venerdì avremo infine il report sulla spesa dei consumatori USA di settembre, che include l’indice dei prezzi PCE Core, atteso invariato al 2,9%.
MERCATI AZIONARI
La scorsa settimana si è chiusa positivamente per i mercati azionari, con il completo recupero delle perdite della settimana precedente. Gli indici americani hanno quindi chiuso il mese di novembre praticamente invariati. In recupero anche le criptovalute, ormai considerate un indicatore dell’appetito per il rischio, con Bitcoin a 95.000 dollari in chiusura di settimana.
L’indice S&P 500 ha testato nuovamente l’importante supporto a quota 6.550 punti, rimbalzando per la quinta volta su tale livello (grafico in basso). Le aspettative di una riduzione dei tassi americani a metà mese vengono citate come elemento di sostegno dei mercati, mentre i dubbi sui ritorni dei grandi investimenti nell’Intelligenza Artificiale frenano i titoli tecnologici: NVIDIA ha chiuso la settimana in leggero ribasso, mentre Microsoft è rimasta in territorio positivo.
Da notare il +5,52% settimanale dell'indice Russell 2000 dei titoli a minore capitalizzazione e il +13% dell'argento.

La posizione tecnica degli indici americani rimane comunque in estremo ipercomprato e continua a consigliare prudenza nell’esposizione rialzista.