Commento a cura di Rebekah McMillan, Associate Portfolio Manager team Multi-Asset di Neuberger Berman
La tassonomia dello status di “bene rifugio” è stata recentemente oggetto di attento esame, poiché molti rifugi tradizionali hanno offerto una protezione discontinua durante i periodi di volatilità dei mercati. Riteniamo che l'attuale regime macroeconomico, caratterizzato da tassi più elevati per periodi più lunghi, frammentazione geopolitica e una rinnovata attenzione alla sostenibilità del debito, richieda una definizione più sfumata di sicurezza e una serie più ampia di strumenti difensivi. In questo contesto di mercato sempre più complesso, la “sicurezza” di un asset deve essere definita in modo più specifico in relazione al rischio particolare che un investitore intende coprire, che si tratti di volatilità nominale, erosione dell'inflazione, stress di liquidità o eventi politici estremi, piuttosto che utilizzare un'unica categoria generica.
In caso di shock di liquidità o di movimenti di mercato caratterizzati da un forte avversione al rischio, la stabilità nominale e la profondità continuano ad avere importanza e rimangono gli strumenti più puri per la protezione del capitale: titoli di Stato a breve termine e obbligazioni a breve scadenza, titoli di agenzie e sovranazionali e fondi monetari. Per la protezione dall'inflazione, il potere d'acquisto reale è fondamentale, quindi gli strumenti che coprono il rischio di livello dei prezzi, come le obbligazioni indicizzate all'inflazione e alcuni beni reali come l'oro, offrono caratteristiche di protezione.
Fondamentalmente, affinché un bene rifugio continui a funzionare in una situazione di crisi, i mercati devono avere fiducia nell'affidabilità politica, nella responsabilità fiscale e nella credibilità delle istituzioni che circondano tale bene. L'importanza di questo fattore è evidente nell'attività di mercato: la debolezza del dollaro durante la correzione di aprile, seguita all'annuncio da parte dell'amministrazione statunitense di misure tariffarie estreme, il calo dello status dello yen a causa del persistente controllo della curva dei rendimenti, mentre il franco svizzero è rimasto forte, sovraperformando. Sebbene i titoli di Stato con rating elevato, come i Bund o i Treasury, mantengano molte caratteristiche di rifugio sicuro, la loro funzionalità durante i periodi di avversione al rischio si è periodicamente deteriorata, poiché i crescenti deficit, le forti emissioni nette e i premi a termine più elevati hanno introdotto volatilità e rischio di liquidità. Riteniamo che questi strumenti continuino a svolgere un ruolo nella diversificazione del portafoglio, in particolare per la copertura degli shock di crescita, ma siano meno affidabili contro i picchi di inflazione o i rischi politici estremi. L'implicazione per gli allocatori è quella di diversificare anche all'interno di queste esposizioni “prive di rischio” per duration, tipologia di strumento (ad esempio includendo obbligazioni indicizzate all'inflazione) e giurisdizione (ad esempio aggiungendo titoli sovranazionali o titoli sovrani selezionati di paesi sviluppati con bilanci solidi).
L'oro è stato ovviamente una stella luminosa nel 2025 e continua a offrire neutralità, profonda liquidità e una copertura contro lo stress fiscale e geopolitico, nonostante i rendimenti reali più elevati. Il sostegno delle Banche centrali ha garantito una domanda costante e, con l'offerta limitata, ha sostenuto un livello minimo dei prezzi. Storicamente, l'oro ha registrato ottime performance in contesti macroeconomici simili, caratterizzati da un'elevata volatilità dell'inflazione e da correlazioni positive tra azioni e obbligazioni, come durante la stagflazione degli Anni '70. Lo stesso vale per il periodo post-2008 caratterizzato da politiche monetarie non convenzionali, che ha fornito agli investitori una protezione efficace durante i periodi di svalutazione monetaria, stress di mercato e calo della fiducia nelle attività fiat. Sebbene alcune attività digitali possano anche essere complementari nella copertura dei rischi di svalutazione monetaria, attualmente il profilo di volatilità, la liquidità, i rischi normativi e operativi delle stablecoin sono messi in discussione nel quadro tradizionale dei beni rifugio.
Nel prossimo decennio prevediamo ulteriori fluttuazioni nella capacità di alcuni asset di garantire sicurezza e conservare valore. Cambiamenti strutturali pluriennali quali la deglobalizzazione, la decarbonizzazione, l'evoluzione demografica e i livelli di indebitamento continueranno a influenzare i prezzi degli asset e le correlazioni, richiedendo un approccio più articolato alla costruzione di portafogli difensivi. Riteniamo che ampliare l'esposizione al di fuori dei tradizionali beni rifugio come l'oro, la liquidità e i mercati monetari per includere titoli societari di alta qualità a breve durata, esposizioni regionali e valutarie più diversificate, insieme all'inclusione di asset alternativi come obbligazioni legate alle assicurazioni, infrastrutture e beni reali, in grado di fornire rendimenti e flussi di cassa meno correlati, offrirà una maggiore resilienza al portafoglio.