A cura di Hywel Franklin, Head of European Equities, Mirabaud Asset Management
I portafogli degli investitori continuano a essere fortemente concentrati sugli Stati Uniti, in particolare sulle mega cap, e anche i flussi passivi si orientano sempre sugli stessi titoli USA, con l'S&P che sembra diventato l’unico indice a cui guardare. Ma vale davvero la pena avere tre quarti dell’esposizione azionaria concentrata su un solo Paese?
C’è infatti un mercato, l'Europa, che gli investitori hanno trascurato per gran parte dell'ultimo decennio, distratti dallo straordinario slancio dei titoli growth statunitensi. Oggi, la differenza tra i due mercati è piuttosto evidente, basti pensare che un singolo titolo mega cap statunitense ha ora più peso negli indici globali dell'intero mercato azionario di qualsiasi singolo paese europeo. Tuttavia, questo squilibrio è esattamente ciò che rende l'Europa così interessante.
Anche dopo la forte corsa registrata dall'inizio dell'anno, le valutazioni rimangono interessanti, sia in termini assoluti che rispetto agli Stati Uniti, riflettendo il forte scetticismo prezzato dai titoli azionari europei. Ma ecco l’elemento più interessante: nel mercato delle small e mid cap (SMID), un'azienda su tre continua a registrare un calo superiore al 60% rispetto al suo picco. Non si tratta di un mercato che ha “corso troppo”, ma di un mercato con un enorme potenziale di recupero.
Le SMID europee superano le large cap statunitensi
Fonte: Kepler Cheuvreux
Per comprendere appieno le opportunità offerte dalle SMID europee occorre andare a guardare quelle aziende poco studiate dagli analisti, guidate dai fondatori, che spesso sono fortemente coinvolti nell’attività e modelli di business difficilmente replicabili dai concorrenti. È proprio qui che si nascondono le inefficienze di prezzo.
Sebbene le SMID comportino dei rischi in termini di maggiore volatilità ed esposizione al sentiment e livelli di liquidità a volte più ridotti, il vero pericolo risiede nella parte del mercato dove c’è maggiore affollamento, ovvero le large cap gonfiate dai continui afflussi passivi. Le SMID, al contrario, hanno già attraversato la loro fase peggiore. Hanno tagliato i costi, si sono adattate e ora si basano su modelli più snelli e sono meglio posizionate per la ripresa, vengono scambiate a multipli inferiori e sono sempre più favorite dalla politica fiscale e monetaria.
Siamo quindi all’inizio di una rinascita europea. Gli investitori stanno iniziando a chiedersi se l’eccezionalismo statunitense possa davvero durare per sempre, mentre le dinamiche fiscali e monetarie in Europa stanno diventando sempre più favorevoli.
Per chi è disposto a esplorare delle vie alternative, le opportunità nelle small e mid cap europee sono tra le migliori da oltre un decennio.
Il mercato ha sottovalutato l’Europa già troppe volte. Questa volta non dovrebbe farlo.