Ogni settimana raccogliamo le analisi più significative pubblicate dalle principali case di gestione internazionali. L’obiettivo è offrire una panoramica sintetica e ragionata delle view di mercato più interessanti, così da fornire ai nostri lettori spunti utili per interpretare le dinamiche economiche e finanziarie in corso.
Goldman Sachs: oro, rimaniamo strutturalmente positivi
L'oro ha registrato un aumento del 26% da settembre, raggiungendo un massimo storico di $4,378/toz, prima di una correzione del 6% a $4,100/toz.
La correzione è stata influenzata da una correzione nelle strutture di opzioni call speculative, ma si prevede che la domanda strutturale rimanga forte.
Goldman Sachs mantiene una previsione di $4,900/toz entro la fine del 2026, sostenuta da un crescente interesse per l'oro per la diversificazione di portafoglio strategico.
Invesco: prospettive sui tassi di interesse
Per Invesco i rendimenti a lungo termine rimarranno entro un intervallo ristretto, poiché le preoccupazioni relative al deficit di bilancio degli Stati Uniti e alla governance della Fed manterranno probabilmente ripida la curva dei rendimenti. La ripidità continuerà probabilmente a essere la tendenza dominante fino a quando i dati sulla crescita non inizieranno a migliorare.
J.Safra Sarasin: azionario giapponese, la ripresa non sarà facile
Secondo Sarasin le aspettative di un indebolimento eccessivo dello yen potrebbero essere esagerate, limitando il potenziale di sovraperformance delle azioni giapponesi.
Candriam – USA ed Europa allineati: correzione o rally in arrivo?
I segnali economici rimangono contrastanti, tuttavia, gli asset di rischio continuano a guadagnare terreno, sostenuti da condizioni di liquidità più favorevoli e dalle aspettative di sostegno da parte delle banche centrali. Dopo mesi di esitazione, l'Europa e gli Stati Uniti sono tornati a muoversi nella stessa direzione, verso un cauto allentamento.
Edmond de Rothschild AM: primi cedimenti?
Edmond de Rothschild conserva un approccio piuttosto cauto e presta particolare attenzione alle valutazioni degli indici statunitensi, che stanno raggiungendo i livelli post-pandemia del 2021, senza però offrire lo stesso potenziale di allentamento monetario da parte della Fed, né, in effetti, le stesse prospettive di crescita.