LE RICERCHE DELLA SETTIMANA
Ogni settimana raccogliamo le analisi più significative pubblicate dalle principali case di gestione internazionali. L’obiettivo è offrire una panoramica sintetica e ragionata delle view di mercato più interessanti, così da fornire ai nostri lettori spunti utili per interpretare le dinamiche economiche e finanziarie in corso.
Nell’ultimo sondaggio che Bank of America conduce ogni mese presso i gestori, il 38% degli intervistati ha dichiarato l’intenzione di aumentare la copertura contro un dollaro più debole.
Messo in relazione con le performance dei listini, il comportamento del dollaro riflette non la disaffezione verso gli asset americani ma la diffidenza degli operatori, la sua debolezza è misura della credibilità di questa Amministrazione.
L’indebolimento dei fondamentali interni e la ripresa dei tagli dei tassi da parte della Fed, eliminando così un fattore sfavorevole, offre alle autorità monetarie dei Mercati Emergenti una maggiore libertà di manovra per attuare tagli. Questo aumenta l’attrattivà del debito in valuta sia forte che locale per diversificare il reddito. Il nostro scenario di base, che prevede una crescita inferiore al trend ma senza recessione negli Stati Uniti, rappresenta il contesto ottimale, poiché consente agli investitori di sfruttare il carry, a fronte di una volatilità relativamente contenuta. I mercati locali offrono la migliore possibilità di diversificazione rispetto al Dollaro statunitense, che continua a indebolirsi, con ampi differenziali nel segmento breve e rendimenti reali estremamente interessanti, mentre il debito in valuta forte beneficia di spread stabili.
I portafogli degli investitori continuano a essere fortemente concentrati sugli Stati Uniti, in particolare sulle mega cap, e anche i flussi passivi si orientano sempre sugli stessi titoli USA, con l'S&P che sembra diventato l’unico indice a cui guardare. Ma vale davvero la pena avere tre quarti dell’esposizione azionaria concentrata su un solo Paese?
C’è infatti un mercato, l'Europa, che gli investitori hanno trascurato per gran parte dell'ultimo decennio, distratti dallo straordinario slancio dei titoli growth statunitensi. Oggi, la differenza tra i due mercati è piuttosto evidente, basti pensare che un singolo titolo mega cap statunitense ha ora più peso negli indici globali dell'intero mercato azionario di qualsiasi singolo paese europeo. Tuttavia, questo squilibrio è esattamente ciò che rende l'Europa così interessante.
Le prospettive di investimento a lungo termine per l'India rimangono invariate e strutturalmente positive. Prevediamo che il tasso di crescita potenziale dell'India rimarrà compreso tra il 6,5% e il 7,0% nei prossimi dieci anni. Inoltre, il Paese dovrebbe diventare la terza economia mondiale entro il 2030 superando Germania e Giappone, e il quarto mercato di consumi più grande al mondo nel 2027, dopo Stati Uniti, Cina e Unione Europea, distinguendosi però per il ritmo di crescita dei consumi più rapido di tutti.
Sebbene vi siano poche alternative ai molteplici ruoli che il dollaro svolge nel sistema finanziario internazionale, riteniamo che la sua sopravvalutazione tenderà a ridursi, poiché la performance meno eccezionale dell’economia statunitense renderà più difficile per gli Stati Uniti attrarre flussi di capitale non coperti dal rischio di cambio.