A cura di Luca Simoncelli, Investment Strategist di Invesco
I segnali in arrivo da mercati e macroeconomia confermano una fase di generale miglioramento nello scenario base; la probabilità che la crescita economica possa essere rivista al rialzo, soprattutto al di fuori degli Stati Uniti, aumenta; mentre sui mercati è sempre più evidente un tema di maggiore dispersione nelle dinamiche sia a livello macro che micro. L’equilibrio di mercato si forma sulla combinazione di condizioni pro-cicliche supportive, ma dove le valutazioni in molti segmenti di mercato hanno raggiunto livelli elevati. In questo contesto, diventa cruciale adottare un approccio più selettivo e ampliare gli orizzonti d’investimento. A livello globale si sta delineando un ventaglio di opportunità sempre più ampio per gli investitori, che tuttavia richiede di andare oltre la semplice esposizione al beta dei mercati.
Riflettendo questo senso di maggiore dispersione, la settimana scorsa la Fed ha tagliato i tassi di riferimento di 25 punti base, come largamente anticipato, ma ha prodotto qualche sorpresa in altri elementi del pacchetto di comunicazione. Due membri del comitato FOMC hanno votato in dissenso ed in direzione opposta, uno per maggiori tagli e l’altro per nessun taglio. Il presidente Powell nella sua conferenza stampa ha sottolineato uno scenario ben diverso rispetto alle attese del mercato, affermando che "un taglio dei tassi a dicembre è tutt'altro che una conclusione scontata", allo stesso tempo il programma restrittivo sul bilancio della Fed, il “quantitative tightening”, è stato interrotto, assicurando maggiore liquidità al sistema.
La mancanza di dati sul mercato del lavoro a causa dello shutdown federale, che si avvicina ad una durata tale dal poter essere un concreto fattore di freno alla crescita, complica le cose in America. La pubblicazione dei dati sulla disoccupazione è infatti in forte dubbio anche per questo mese, il mercato si concentrerà sui dati in arrivo dal settore privato come il numero di nuovi cedolini emessi da ADP, e le componenti sull’occupazione nel settore manifatturiero e dei servizi degli indici PMI e ISM.
La Banca Centrale Europea non ha portato particolari novità al mercato; l’attuale livello dei tassi appare appropriato e la bilancia dei rischi sulla crescita sembra riequilibrarsi, si riduce quindi nella lettura della BCE la tendenza verso potenziali rischi al ribasso nella crescita. Anche a seguito delle parole del presidente Lagarde, “siamo in un buon punto”, l’estensione di una BCE in pausa per i prossimi mesi si consolida come scenario base. I dati sugli ordinativi industriali in Germania e la fiducia dei consumatori nell’Area Euro, potrebbero confermare i recenti segnali di miglioramento nel ciclo economico europeo.
La Bank Of Japan è apparsa allineata alla politica del nuovo governo, ritardando la discussione su un rialzo dei tassi. Il mercato aveva espresso qualche dubbio ma la BOJ non solo ha lasciato i tassi invariati, ma ha anche modificato le condizioni necessarie per il prossimo rialzo, rendendolo meno probabile nel breve-medio periodo.
Anche la reazione degli investitori ai risultati aziendali delle big-tech americane ha mostrato dispersione, i temi principali quali i ricavi legati al cloud e il capex trimestrale hanno generalmente sorpreso in positivo. Le previsioni di spesa in conto capitale per l’intero anno sono state nuovamente riviste al rialzo, il tutto ancora accompagnato da una solida crescita dei profitti.
L’incontro tra Trump e Xi ha concluso un periodo di negoziati intenso, il vertice prolunga la tregua commerciale e delinea un quadro preliminare per contenere le tensioni nel 2026. Non è un accordo commerciale, ma è sufficiente per rassicurare i mercati finanziari globali, in particolare gli asset cinesi. I progressi strategici sono limitati, con una riduzione marginale dei dazi, la sospensione delle restrizioni sulle terre rare da parte della Cina e alcuni sgravi commerciali, ma senza svolte su tecnologia ed energia. In termini di equilibri geopolitici, il tema Taiwan non è stato trattato e la riunione è stata di breve durata. Il presidente Xi ha mostrato un atteggiamento molto lontano da uno di sottomissione alle richieste americane, posizionandosi anzi su un piano di totale parità negoziale, molto diverso da quello che è accaduto con il Giappone. Questa settimana è inoltre prevista la prima argomentazione da parte della Corte Suprema sul merito della validità delle tariffe imposte dall’Amministrazione americana, dopo l’opinione negativa delle corti inferiori. Una decisione finale è ancora lontana, ma si aggiunge incertezza.