INVESCO: La volatilità è diminuita ma i rischi persistono

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A cura di Paul Jackson, Global Head of Asset Allocation Research di Invesco

 

La volatilità è diminuita ma i rischi persistono: i mercati hanno recuperato terreno dopo lo shock causato dai dazi, con gli indici azionari che hanno toccato nuovi massimi. Tuttavia, le tensioni geopolitiche e i segnali di un rallentamento dell’economia statunitense suggeriscono che questa quiete possa essere transitoria. Le banche centrali stanno allentando le politiche monetarie, presto guidate dalla Federal Reserve: oltre 40 banche centrali hanno tagliato i tassi nel 2025. Si prevede sia imminente l’avvio del ciclo di allentamento da parte della Federal Reserve, determinato probabilmente dall’accelerazione dell’economia globale ma anche da rischi di inflazione in aumento.

Gli asset ciclici hanno registrato la performance migliore: azioni, materie prime e REIT hanno sovraperformato negli ultimi mesi, dimostrando una rinnovata fiducia degli investitori. Prevediamo che gli asset più rischiosi continuino a guidare la performance, in particolare al di fuori degli Stati Uniti, qualora la ripresa della crescita mondiale dovesse riprendere slancio.

 

IL RITORNO ALLA QUIETE

I mercati hanno riacquisito il loro autocontrollo dopo il breve picco di volatilità innescato dagli annunci di dazi reciproci agli inizi del mese di aprile. Indicatori come il VIX e il MOVE mostrano che il sentiment degli investitori è tornato ai livelli registrati prima delle elezioni del novembre 2024. I mercati azionari sono in testa, con gli indici USA e altri indici nazionali che hanno toccato nuovi massimi.

Tuttavia, i rischi sottostanti permangono. Le tensioni geopolitiche, dalla Russia e Ucraina fino a Gaza, e i rapporti commerciali globali continuano a ribollire sotto la superficie. Nel frattempo, l’economia USA sta mostrando segnali di rallentamento, un trend che se persiste porterà probabilmente a un nuovo rialzo della volatilità. Al contrario, una ripresa della crescita potrebbe dare slancio alla propensione al rischio in particolare se la Federal Reserve continuasse ad allentare la sua politica monetaria.

 

TASSI DI RIFERIMENTO: LA FEDERAL RESERVE SI AVVIA VERSO IL CICLO DI ALLENTAMENTO

Oltre 40 banche centrali hanno tagliato i tassi nel 2025, tuttavia la Federal Reserve ha resistito fino ad ora. Con la Banca centrale europea (BCE) che ha già allentato più volte la politica monetaria quest’anno, prevediamo che la Federal Reserve inizierà il proprio ciclo in occasione della riunione del 17 settembre, con tagli fino a 125 punti base nei prossimi 12 mesi.

Sebbene molte banche centrali stiano giungendo al termine dei loro cicli di tagli, il ritardo della Federal Reserve potrebbe dare nuovo slancio all’economia mondiale. Detto questo, la crescita delle disponibilità monetarie globali potrebbe anche risvegliare le pressioni inflazionistiche. Prevediamo che la FED adotti misure di allentamento più aggressive rispetto alle altre, e che banche centrali come la BOJ potrebbero continuare a inasprire gradualmente la loro politica monetaria.

 

ANDAMENTO DEGLI ASSET: GLI ASSET CICLICI HANNO SOVRAPERFORMATO DEGLI ULTIMI TRE MESI

L’ultimo trimestre ha registrato rendimenti positivi in tutte le 14 asset class globali che monitoriamo. Asset ciclici, azioni, materie prime, private equity e REIT hanno registrato le performance migliori, rispecchiando una ripresa dal precedente clima di incertezza circa la politica commerciale USA.

La Cina ha registrato i rendimenti azionari più elevati, mentre il settore energetico ha dominato le classifiche delle materie prime.

REIT si sono distinti come gli asset globali con la performance migliore nell’ultimo mese, con i REIT giapponesi in testa sia nell’orizzonte a breve che a lungo termine. Le nostre posizioni di sovrappeso su REIT e Cina hanno conseguito risultati positivi

Bitcoin e oro, che hanno dominato lo scorso anno, hanno perso terreno negli ultimi mesi seppur continuando a sovraperformare il segmento obbligazionario. La domanda è se la performance rialzista degli ultimi mesi, con i titoli azionari che hanno sovraperformato i titoli di Stato e le azioni USA che hanno sovraperformato gli altri mercati, rappresenti un ritorno ai modelli pre-2025 o se si tratti solo di un rally temporaneo dopo lo shock causato dall’annuncio dei dazi statunitensi. Riteniamo che la risposta a questo interrogativo risieda nel ciclo economico. Senza un calo significativo del PIL mondiale, è probabile che gli asset difensivi come i titoli di Stato e il credito investment grade assumano un ruolo di primo piano.

Invece, prevediamo che il ritmo della crescita globale aumenti nel corso del prossimo anno, supportando gli asset più rischiosi come le azioni non USA e le materie prime industriali. Nonostante la solida performance registrata di recente, continuiamo ad avere un approccio cauto rispetto alle azioni USA a causa dei timori sulle valutazioni e dei fattori economici sfavorevoli. Riteniamo inoltre che dollaro USA, oro e Bitcoin abbiano un potenziale di rialzo limitato ai livelli attuali.

Sul fronte valutario, lo yen sembra conveniente ma rimane debole. L'euro è in ascesa, mentre lo yen rimane ben al di sotto dei livelli storici. Riteniamo che lo yen abbia un notevole potenziale di rialzo che a nostro avviso si realizzerà con il restringimento dei differenziali di tasso d'interesse. Tra le valute più scambiate, l'euro è stato il più forte in termini di peso commerciale negli ultimi mesi (secondo gli indici Goldman Sachs).  Riteniamo che ciò sia dovuto alle aspettative di una spinta fiscale per l'economia europea, sulla scia dell'aumento della spesa per la difesa e dei piani tedeschi di aumentare la spesa per le infrastrutture. Lo yen giapponese è stato il più debole tra le valute più scambiate negli ultimi tre mesi e rimane il più conveniente rispetto ai livelli storici in termini reali. Con la BOJ che dovrebbe inasprire ulteriormente la politica monetaria, mentre la maggior parte delle altre banche centrali sta allentando la propria (e con i rendimenti dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni a livelli che non si vedevano dalla metà del 2008), riteniamo che lo yen abbia il potenziale per rafforzarsi. Infatti, prevediamo che sarà la valuta principale più forte, mentre ci aspettiamo un indebolimento del dollaro.

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