La crescita occupazionale negli Stati Uniti è rallentata in modo marcato nel corso di quest’anno, con il trend di fondo passato da circa 150.000 nuovi posti al mese all’inizio dell’anno a 25.000 al mese in agosto — al di sotto della nostra stima del livello di equilibrio necessario per stabilizzare il tasso di disoccupazione.
Nell’Analyst di questa settimana analizziamo, attraverso dati a livello statale, settoriale e aziendale, alcuni dei possibili fattori che stanno frenando le assunzioni.
Fattore n.1: Rallentamento dell’immigrazione
Stimiamo che il contributo della forza lavoro immigrata alla crescita mensile della forza lavoro sia sceso da 90.000 unità a inizio anno a 40.000 in agosto. Allo stesso tempo, l’occupazione nei settori che dipendono fortemente da lavoratori immigrati è diminuita di circa 30.000 unità. Ciò suggerisce che parte del rallentamento recente dell’occupazione sia legato a un rallentamento — meno preoccupante — della crescita dell’offerta di lavoro.
Fattore n.2: Riduzione delle assunzioni e dei finanziamenti pubblici
La contrazione delle assunzioni nel settore pubblico ha sottratto complessivamente circa 30.000 unità alla crescita occupazionale quest’anno. Inoltre, anche la spesa federale per contratti è diminuita in modo significativo.
Fattore n.3: Adozione di tecnologie di intelligenza artificiale
Non troviamo evidenze empiriche significative che l’aumento dell’adozione dell’IA — o anche solo le aspettative legate ad essa — stia pesando in modo rilevante sul mercato del lavoro complessivo. Tuttavia, in alcuni settori dove l’IA sostituisce direttamente la manodopera — come marketing, call center e graphic design — la crescita occupazionale è in calo da alcuni anni e ora è di circa 10.000 unità al di sotto del trend pre-pandemia.
Fattore n.4: Costi e incertezza legati ai dazi doganali
Alcune imprese hanno segnalato nei sondaggi della Federal Reserve di aver ridotto le assunzioni per contenere i costi legati ai dazi. Tuttavia, l’impatto diretto di dazi più alti sull’occupazione appare limitato: i 30 settori manifatturieri più colpiti hanno ridotto la crescita occupazionale solo marginalmente quest’anno. L’incertezza legata ai dazi, invece, sembra più diffusa: abbiamo riscontrato che un aumento di tale incertezza rispetto allo scorso anno è associato a un calo della crescita occupazionale nei settori interessati.
Fattore n.5: Rischi e incertezze macroeconomiche
Le previsioni di crescita del PIL si sono ridotte in primavera e le probabilità di recessione sono aumentate. Anche se le prospettive si sono parzialmente stabilizzate da allora, queste preoccupazioni hanno probabilmente reso le imprese più caute nel procedere con nuove assunzioni.
Nel complesso, la nostra analisi indica che minori flussi migratori, riduzione delle assunzioni pubbliche e dei finanziamenti federali, e maggiore incertezza economica hanno contribuito per circa 100.000 unità al rallentamento recente della crescita occupazionale.
Sebbene vi siano segnali di impatti localizzati legati all’adozione dell’IA e ai costi dei dazi, questi effetti risultano finora relativamente contenuti.