A cura di Tom O’Hara, Investment Director European Equities di GAM
I mercati azionari europei hanno registrato un andamento contrastante nel mese di luglio, caratterizzato dal picco della stagione di rendicontazione del secondo trimestre, seguito da un certo sollievo dei mercati in seguito all'accordo iniziale tra Stati Uniti e Unione Europea sul commercio.
Una caratteristica fondamentale del mese è stata l'elevata volatilità delle società che hanno pubblicato i propri risultati, con oscillazioni giornaliere medie del +/-4,5% in Europa, il livello più alto di volatilità giornaliera dal 2010.
Riteniamo che ciò rifletta in parte l'impatto dell'incertezza sui dazi doganali sulle società nel secondo trimestre e sia anche indicativo del crescente predominio degli operatori di mercato a breve termine.
La BCE ha mantenuto invariati i tassi, con la presidente Lagarde che ha segnalato la fine del ciclo di tagli dei tassi, con l'economia in una “buona posizione” e l'inflazione che si stabilizza intorno all'obiettivo ufficiale del 2,0% nel medio termine.
L'accordo commerciale iniziale tra gli Stati Uniti e l'UE ha imposto dazi del 15% sui beni dell'UE importati negli Stati Uniti, con eccezioni significative in settori quali i componenti aeronautici (dove abbiamo un'esposizione sovrappesata ad aziende come MTU Aero Engines). Sebbene l'accordo commerciale rappresenti una perdita per l'Europa sotto molti aspetti e ulteriori dettagli debbano ancora essere confermati, esso ha almeno scongiurato lo scenario peggiore e ha anche portato un po' di chiarezza per le imprese e gli investitori.
L'economia dell'eurozona è cresciuta solo dello 0,1% su base trimestrale nel periodo aprile-giugno. Sebbene questo dato sia inferiore allo 0,6% dei tre mesi precedenti, la crescita del secondo trimestre è stata comunque leggermente superiore ad alcune stime, nonostante la notevole incertezza commerciale causata dagli Stati Uniti. Le modeste contrazioni economiche del secondo trimestre (-0,1% in Germania e Italia) hanno contrastato con la crescita dello 0,3% e dello 0,7% rispettivamente in Francia e Spagna. Nel Regno Unito, la debolezza economica ha indotto la Banca d'Inghilterra a tagliare i tassi di interesse, nonostante l'inflazione rimanesse ben al di sopra dell'obiettivo del 2,0%.
A livello nazionale, Spagna, Italia e Regno Unito sono stati tra i paesi con le migliori performance rispetto al benchmark, mentre tra quelli in ritardo figurano la Danimarca (a causa del calo di Novo Nordisk), i Paesi Bassi e l'Irlanda. A livello settoriale, i settori finanziario e industriale sono stati tra i migliori, mentre quelli IT e dei beni di consumo di base hanno sottoperformato.
Prospettive
Guardando al futuro, prevediamo che la volatilità dei mercati persisterà, alimentata dall'incertezza sull'inflazione, sulla politica commerciale degli Stati Uniti e sulle prospettive di crescita economica. In questo contesto, riteniamo che un approccio disciplinato alla selezione dei titoli sia più importante che mai. Cerchiamo opportunità in società che riteniamo in grado di offrire un “rendimento complessivo” interessante, trainato dalla crescita degli utili, dal rendimento del capitale e dalla rivalutazione delle valutazioni, superiore al rendimento di mercato. Ci concentriamo sui settori di crescita interni all'Europa e sulle società europee con una leadership globale autentica, ad esempio in segmenti come quello aerospaziale.
Pur rimanendo consapevoli del calo del potere di determinazione dei prezzi a breve termine in alcuni mercati consumer e B2B, vediamo interessanti opportunità per le azioni europee, dato che la Germania sta allentando la sua politica fiscale attraverso investimenti nella difesa e nelle infrastrutture, che a nostro avviso dovrebbero riflettersi positivamente sull'economia europea.
Notiamo inoltre un crescente dinamismo della crescita in alcune parti dell'Europa meridionale e orientale. I rischi principali all'orizzonte includono un rallentamento economico più pronunciato innescato da politiche commerciali restrittive, inasprimento monetario e il potenziale indebolimento degli utili societari oltre le attuali previsioni.
Nel frattempo, restiamo vigili sulle opportunità create dalle vendite massicce a breve termine delle azioni di alcune società europee di alta qualità. In prospettiva, prevediamo che la realtà di questa nuova struttura di mercato porterà a una maggiore volatilità mensile, anche se siamo fiduciosi che ciò dovrebbe andare a vantaggio degli investitori attivi in grado di adottare una visione a più lungo termine.