A cura di Nicolas Faller, Co-Ceo Asset Management, Union Bancaire Privée
Per molti investitori la priorità non è più l'apprezzamento del capitale ma avere una fonte di reddito stabile. Di conseguenza, la diversificazione e il carry (reddito da cedole) sono fondamentali. Gli investitori apprezzano i rendimenti stabili offerti dalle obbligazioni, soprattutto quando sono accompagnati da una volatilità controllata, e in questo senso il debito dei mercati emergenti (EMD) rappresenta un'ottima fonte di diversificazione.
Le economie emergenti entrano nell'attuale ciclo economico in una posizione nuova: in termini di credito sovrano, gli upgrade dei rating delle agenzie hanno superato i downgrade in un rapporto di due a uno. Ciò rappresenta un netto contrasto con i mercati sviluppati, che si trovano ad affrontare deficit in aumento e livelli di debito più elevati. Allo stesso tempo, l'amministrazione statunitense ha mostrato chiaramente di favorire un dollaro più debole per affrontare il suo squilibrio commerciale. Abbiamo già assistito a questo fenomeno in passato: nel 1971 con Nixon e poi di nuovo con gli Accordi del Plaza nel 1985, gli sforzi coordinati per frenare la forza del dollaro hanno portato a cali pluriennali. Il debito emergente dovrebbe quindi trarre vantaggio dal contesto attuale: un dollaro più debole e tassi di interesse USA più bassi alleggerirebbero le pressioni di finanziamento e ridurrebbero i costi di servizio del debito per gli emittenti dei mercati emergenti.
Superata ormai la reputazione di nicchia rischiosa, e guardando oltre le tendenze macroeconomiche, il debito EM ha fornito un reddito costante e una buona resilienza durante diversi cicli dei tassi, premiando gli investitori che adottano un approccio selettivo e paziente. I numeri parlano da soli: negli ultimi vent’anni, l'EMD ha generato un reddito annuo di circa il 6%, a fronte del 5% circa dei bond corporate USA e del meno del 3% dei Treasury, tutti con una volatilità simile.
Le tensioni geopolitiche stanno ridisegnando il commercio globale, ma invece di ridurne i flussi, li stanno semplicemente rindirizzando. Le catene di approvvigionamento vengono riorganizzate, la domanda regionale è in crescita e si delineano con maggiore chiarezza i confini tra paesi vincitori e ritardatari. Gli Stati Uniti ne sono un esempio emblematico: da un lato offrono un sostegno generoso agli alleati, come l’Argentina, mentre dall’altro applicano condizioni più restrittive altrove.
L’attuale contesto è inoltre ideale per le strategie di carry. I rendimenti dell’EMD restano ampiamente superiori a quelli dei mercati sviluppati, e gli investitori possono beneficiare anche del restringimento degli spread man mano che i fondamentali migliorano. Con la riduzione dei premi per il rischio, i prezzi delle obbligazioni aumentano, creando la combinazione ottimale tra la possibilità di avere un reddito stabile oggi e una potenziale rivalutazione del capitale in futuro. Per chi vuole costruire portafogli solidi, la capacità del debito emergente di generare un reddito regolare mantenendo sotto controllo la duration e il rischio di credito rappresenta un vantaggio significativo. In questo senso, l’EMD offre benefici reali in un mondo incerto.
Attualmente questa asset class offre buona liquidità, quotazioni giornaliere e diversificazione. Le correlazioni tra i rendimenti in valuta locale dei mercati emergenti e quelli dei Treasury statunitensi si sono ridotte in modo significativo dall’inizio del 2025, contribuendo a stabilizzare la performance dei portafogli attraverso i diversi cicli dei tassi. Anche i dati sui default sono interessanti: dal 2002, i default sovrani high yield dei mercati emergenti si sono attestati in media intorno al 2%, contro il 4% dello stesso segmento negli Stati Uniti, con tassi di recupero sensibilmente più elevati.Gli investitori in EMD vengono quindi remunerati meglio per un rischio di credito storicamente inferiore, sostenuto da una governance più solida e da basi di investitori locali più ampie.
Dopo essere stato trascurato per diversi anni, il debito emergente sta registrando un rinnovato interesse da parte degli investitori, in particolare per le strategie in valuta locale. La qualità degli emittenti è migliorata sensibilmente: oggi circa l’80% dell’universo EMD in valuta locale e circa due terzi di quello in valuta forte hanno rating investment grade, segnando un cambiamento strutturale nel profilo di rischio dell’asset class. Le allocazioni restano tuttavia contenute rispetto alle dimensioni del mercato, suggerendo ampio margine per una normalizzazione dei flussi.
Per gli investitori focalizzati sulla generazione di reddito l'EMD può quindi essere una componente utile del portafoglio. Oltre a cedole stabili, fornisce un prezioso strumento di diversificazione, offrendo una potenziale decorrelazione in caso di ribassi. Di conseguenza, è un’asset class che vale la pena prendere in considerazione.