Settembre ha visto Wall Street far segnare nuovi massimi storici mentre i mercati europei hanno chiuso poco mossi.
In leggera discesa i rendimenti obbligazionari con quello del decennale americano al 4,12%.
Lo scenario di base rimane quello del mese precedente: “Sono sempre più estremi i livelli di ipercomprato dei Wall Street e i segnali di euforia speculativa mentre il rapporto rischio/rendimento rimane sfavorevole ai mercati azionari. E' quindi consigliabile mantenere un'asset allocation prudente nonostante manchino ancora chiari segnali di inversione del trend rialzista di lungo termine: i livelli da monitorare per l'SP500 sono chiari.”
MERCATI OBBLIGAZIONARI
Nel corso del mese di settembre i mercati obbligazionari hanno guadagnato marginalmente terreno con conseguente diminuzione dei rendimenti dei decennali, più marcata negli Staiti Uniti che in Europa.
Il rendimento del Treasury decennale ha chiuso a 4,12% dal 4,23% di fine agosto (grafico in basso), con il dato dell’inflazione di agosto misurata dall’indice PCE Core invariato al 2,9% mentre l’indice PCE globale è salito leggermente al 2,7%. Le pressioni inflazionistiche temute dagli analisti e dalla banca centrale americana a seguito delle imposizioni dei dazi al momento appaiono modeste ed è probabile un altro taglio dei tassi entro la fine dell’anno: i rendimenti dei titoli decennali sono però già scesi e non è detto che possano scendere ulteriormente insieme ai tassi a breve.
In marginale discesa anche i rendimenti europei, con quello del Bund al 2,70% dal 2,72% e quello del BTP al 3,55% dal 3,61%. Oggi è uscito il dato dell’inflazione nell’area Euro per il mese di settembre al 2,2% dal 2,0% di agosto. Anche per i mercati europei lo spazio per ulteriori discese dei rendimenti appare modesto.
I MERCATI AZIONARI
I mercati azionari europei hanno chiuso il mese di settembre poco mossi, con il Dax invariato e Milano in rialzo dell’1% circa.
Più brillante Wall Street che ha visto l’indice SP500 guadagnare quasi il 5% facendo segnare un nuovo massimo storico (grafico in basso).
Il rialzo dell'indice da inizio anno è del 14%.
Le aspettative di ulteriori tagli dei tassi da parte della banca centrale e di utili in crescita vengono citate dagli analisti per spiegare il tono del mercato americano straordinariamente positivo: dal minimo di inizio aprile l’indice è salito con notevole regolarità senza mai correggere in misura significativa, il che è storicamente anomalo.
Le valutazioni molto elevate in una fase di rallentamento dell’economia americana non sembrano preoccupare gli investitori e nemmeno lo scenario geopolitico sembra frenare gli entusiasmi. E’ certamente consigliabile molta prudenza con posizioni ridotte sui mercati azionari anche a costo di perdere quest’ultima fase rialzista dei mercati, ma mancano ancora i segnali di fine trend e il rialzo può certamente proseguire verso nuovi massimi.
Da monitorare il livello 6550 per l’indice SP500, primo importante supporto: la discesa sotto questo livello giustificherebbe la chiusura delle residue posizioni rialziste. La conferma della fine del trend rialzista sarebbe poi la rottura al ribasso dell’area compresa tra 6212 e 6343.
Con la prossima settimana inizia la stagione delle trimestrali e vedremo l’impatto dei dazi e del rallentamento della congiuntura globale sugli utili aziendali.