12/06/2019

Primi segnali di recupero per l'euro

Il cambio dollaro/euro ha aperto l’anno a 1,1470 ed è rimasto all’interno di una trading range molto ridotta, compresa tra 1,1570 e il doppio minimo a 1,110 (grafico in alto a destra): ci sono però segnali sia giunta al termine la fase discendente iniziata con il 2018 a quota 1,25.

Dal punto di vista fondamentale sta cambiando il policy mix che ha sostenuto il dollaro negli ultimi trimestri, vale a dire politica monetaria restrittiva e politiva fiscale espansiva: in pochi mesi è cambiato radicalmente lo scenario di riduzione dei tassi americani e ora i mercati si attendono un ribasso nel secondo trimestre dell’anno, mentre i dazi commerciali imposti da Trump sono equivalenti a un aumento delle imposte per i consumatori americani, essendo improbabile che i prezzi all’importazione rimangano fermi facendo pagare l’onere interamente ai produttori cinesi.

Come si può notare dal grafico in basso a destra lo spread tra i rendimenti a due anni in dollari e in euro (quelli tedeschi) è risalito di un punto percentuale da inizio anno recuperando interamente quanto perso nel 2018: è questa la variabile che dovrebbe permettere all’euro di recuperare ulteriormente terreno nel corso del secondo semestre del 2019. 

Il premio al rischio di detenere dollari è diminuito in misura significativa, mentre rimangono elevate le posizioni speculative contro l’euro.  Basterà una fase di maggiore avversione al rischio causata da una ridiscesa dei mercati azionari per far scattare le ricoperture spingendo l’euro oltre il massimo di quest’anno.

Tecnicamente sarebbe proprio il superamento di 1,1570 il segnale di inversione del trend ribassista degli ultimi 18 mesi e il suepramento della prima resistenza situata sul massimo di aprile a 1,1330 è un primo segnale incoraggiante.  La resistenza successiva è a 1,1450.  Il doppio minimo fatto segnare quest’anno a 1,110 dovrebbe rimanere minimo per il 2019.

Dal punto di vista fondamentale è da segnalare un indebolimento del saldo attivo della bilancia dei pagamenti dell’area euro (19 paesi contro area Extra-euro, grafico in basso, fonte Eurostat BPM6) negli ultimi tre trimestri, ma il 2018 è stato comunque un anno molto positivo con un saldo attivo di 334 miliardi contro il record storico di 362 miliardi del 2017.  Il saldo attivo del primo trimestre di quest’anno è stato di 62,8 miliardi e pertanto i flussi rimangono a sostegno dell’euro.

 

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