L'India presenta una solida traiettoria di crescita secolare, che trae beneficio dalla ripresa industriale e dalla domanda interna sostenuta. Le azioni indiane hanno dimostrato un track record ventennale di rendimenti annui del 10-12% (in USD). La dispersione tra le performance dei paesi emergenti rimane significativa, e probabilmente l’India offre il caso d’investimento più interessante nel lungo periodo, nonostante le valutazioni elevate. La crescita economica dell’India è destinata a rimanere forte grazie alla prevista rielezione del Primo Ministro Modi, che continuerà ad attuare riforme economiche favorevoli al mercato, consentendo la trasmissione della crescita economica alla crescita degli utili.
Nel 2024 l’economia indiana dovrebbe espandersi del 6,5%. Sebbene questa sia una variazione modesta rispetto al 7,6% del 2023, nel 2024 la performance del Paese dovrebbe comunque essere superiore a quella degli altri mercati emergenti.
L’attività economica è stata trainata sia dalla ripresa dei consumi interni, che rappresentano quasi il 70% del PIL indiano, che dalla crescita a doppia cifra del settore manufatturiero. L’India sta beneficiando di fattori positivi strutturali che potrebbero consentire all’economia di passare a una crescita potenziale più elevata, pari a circa il 7% nel prossimo decennio.
Inoltre, nel 2023 l’India è diventato il Paese più popoloso al mondo, superando la Cina, con una popolazione di 1,4 miliardi di persone, ma i tassi di urbanizzazione rimangono sorprendentemente bassi.
Per far fronte al maggior numero di persone che si trasferirà nelle città saranno richiesti ingenti investimenti in infrastrutture e alloggi. Inoltre, questo cambiamento andrebbe di pari passo con redditi sempre maggiori e sosterrebbe la crescita della classe media.
Le riforme strutturali rafforzeranno la domanda interna
Per sfruttare i fattori favorevoli strutturali dell’india, nel 2014 il Primo Ministro Narendra Modi ha lanciato un ambizioso pacchetto di riforme denominato “Modinomics”. Sebbene in primavera si terrano le elezioni generali, sembra lecito supporre che probabilmente le riforme continueranno.
Dato che l’India presenta bassi livelli di produttività, il governo intende potenziare le risorse umane migliorando l’accesso all’istruzione. Il Paese ha anche lanciato un‘iniziativa di digitalizzazione che mira a migliorare il tasso di diffusione di internet. Sul fronte dei capitali, Modi si è posto l’obiettivo di far diventare l’India una “Nazione sviluppata” entro il 2047, il che richiederà una crescita delle infrastrutture di circa l’8% all’anno.
Inoltre, nell’ambito della strategia di Modi “Make in India”, che mira a una crescita della spesa in conto capitale del 12-14% annuo nel settore manufatturiero, alle multinazionali vengono offerti incentivi interessanti per trasferire le loro attività in India.
Le politiche diventeranno più accomodanti
A gennaio l'inflazione è scesa al 5,1% annuo, in linea con la fascia di tolleranza del 2-6% della Reserve Bank of India (RBI). L'India beneficerà delle pressioni disinflazionistiche globali, in quanto rimane un grande importatore netto di energia e il governo ha adottato misure per prevenire la crescita eccessiva dei prezzi dei generi alimentari. Prevediamo una riduzione del differenziale d'inflazione dell’India rispetto agli altri Paesi emergenti, offrendo una migliore visibilità agli investitori. Di conseguenza, la RBI rimarrà "inattiva" per tutta la prima metà del 2024, mentre nella seconda metà dell’anno dovrebbe tagliare i tassi di riferimento di 25-50 punti base.
Infine, l’India dovrebbe venire favorita dai cambiamenti geopolitici globali. Infatti, a differenza di altri Paesi asiatici, l'India non presenta una forte esposizione al rallentamento della domanda cinese. Inoltre, il suo sistema politico e gli incentivi attuati per attrarre investimenti diretti esteri dovrebbero aiutare il Paese a ritagliarsi un ruolo maggiore all’interno delle catene del valore globali.