08/04/2024

Mirabaud AM: come posizionarsi nell’obbligazionario in caso di no landing

 Tra i temi principali su cui si sono concentrati gli investitori quest’anno troviamo indubbiamente al primo posto l’inflazione, seguita subito dopo dal cosiddetto "no-landing", ovvero lo scenario in cui l'economia continua a crescere mentre l'inflazione continua a diminuire. Oggi si ritiene che il “no landing” si manifesterebbe come uno scenario "Goldilocks" o potenzialmente anche "Platinumlocks" (una versione ancora più ottimistica del Goldilocks), in cui si entra in un nuovo ciclo economico o si estende quello attuale, senza subire le conseguenze di una recessione nel breve o medio termine. Sostanzialmente, il 2024 diventa un'estensione del 2023.

I fattori principali che spingono verso un possibile scenario "no landing" sono i forti dati sull’occupazione che alimentano il potere di spesa dei consumatori. Negli Stati Uniti, e in misura più contenuta in Europa, i livelli di occupazione rimangono solidi, allontanando l'ipotesi di una recessione nel breve termine. Pertanto, finché le persone avranno un lavoro e riceveranno gli stipendi, continueranno a spendere. Di conseguenza, osserviamo con attenzione i dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione e sull'inflazione salariale alla ricerca di segnali che indichino uno scenario "no landing".

Vantaggi per gli asset rischiosi

Quando si parla di "no landing", si può ipotizzare che l’economia rimanga solida, o perlomeno non si indebolisca drasticamente. Se consideriamo gli Stati Uniti come la principale economia, in termini reali, ciò significherebbe che la Federal Reserve potrebbe permettersi di mantenere i tassi di interesse più alti più a lungo di quanto avrebbe potuto fare in un contesto di indebolimento dell'economia o di recessione. L'economia prevale sempre sull'inflazione, quindi, a meno che la prima non inizi a vacillare, non è necessario tagliare i tassi in modo aggressivo. Un "no landing" è quindi positivo per la propensione al rischio.

Ci aspettiamo che questo si traduca in maggiori investimenti in asset di rischio, come le azioni e le obbligazioni high yield, che in genere registrano performance migliori, perché non c'è una pressione significativa sugli utili o sull'ambiente operativo delle società sottostanti.

Al contrario, ci aspettiamo che una prospettiva di tassi più alti più a lungo crei ulteriori pressioni sugli asset sensibili ai tassi. Sebbene il mercato si sia ora allineato alla previsione di tre tagli dei tassi quest'anno negli USA, continua a prezzare ottimisticamente più tagli per il 2025, aumentando le pressioni sugli asset con duration più lunga nel medio termine qualora l'inflazione si stabilizzasse a un livello più alto (pensiamo al 2,5%-3%), o addirittura accelerasse nuovamente, date le condizioni finanziarie più allentate e la fiducia dei consumatori.

Uno scenario di "no landing" ha implicazioni anche per il dollaro USA. L'anno scorso il dollaro si è notevolmente indebolito in risposta all'entusiasmo con cui i mercati avevano prezzato fino a sette tagli dei tassi negli USA nel 2024. È interessante notare che, nonostante ora il mercato prezzi tre tagli, la debolezza del dollaro continua, e questo probabilmente è attribuibile alla mancanza di certezza sulle tempistiche dei tagli in Europa e nel Regno Unito. Nel complesso, però, ci aspettiamo che una stabilizzazione del dollaro piuttosto che un indebolimento

Come posizionarsi in caso di "no landing"

Nonostante uno scenario di recessione sembri ampiamente superato, un rallentamento più significativo della crescita rimane possibile. In questo momento l'economia si sta indebolendo, ma molto lentamente. Se gli asset di rischio ne trarranno vantaggio, il trade off sarà un'inflazione più elevata e una crescita solo moderata. E i tassi non dovranno essere tagliati in modo così aggressivo, il che significa che le buone notizie potrebbero diventare cattive se il tanto atteso allentamento non si manifesterà. La domanda che ci si pone dunque è se i tassi più alti più a lungo alla fine si tradurranno nella recessione che ci aspettiamo da due anni, oppure se saranno la nuova normalità.

Per quanto riguarda l’obbligazionario, il settore high yield continua a offrire venti di coda nonostante il rally di novembre. La compressione delle obbligazioni CCC potrebbe continuare a dare buoni risultati nel breve termine, ma è bene tenere a mente che non si tratta di una posizione priva di rischio ─ queste società sono le più vulnerabili all'aumento dei tassi d'interesse quando si tratta di rifinanziarsi. Continuiamo a preferire il reddito cedolare e i crediti di buona qualità a più breve scadenza, per i quali i requisiti di rifinanziamento appaiono chiari con un'opportunità di rendimento del +6% in un anno.

Pertanto, in un contesto economico che accenna a una traiettoria positiva ma che rimane incerto, continuiamo a monitorare i dati sull'occupazione e sull'inflazione per capire come si evolverà questo ciclo economico.

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