07/09/2023

Leverage Shares: petrolio, il rally può spingersi oltre 90 dollari

I prezzi del petrolio hanno raggiunto lunedì il livello più alto da oltre sette mesi, ponendo fine a due settimane di ribassi. Questo forte rimbalzo è stato guidato dalle crescenti preoccupazioni per l'inasprimento delle condizioni dell'offerta globale. Il recente ottimismo del mercato petrolifero è stato alimentato dalle aspettative che i principali Paesi produttori di petrolio del gruppo ‘Opec+’ continueranno a mantenere rigidi limiti alla produzione. Anche le crescenti aspettative che la Federal Reserve lasci invariati i tassi di interesse a settembre hanno sostenuto i prezzi del greggio. 

È ampiamente previsto che l'Arabia Saudita estenderà al mese di ottobre la riduzione volontaria della produzione di petrolio di 1 milione di barili al giorno (bpd). Questa estensione dovrebbe innescare un ulteriore aumento dei prezzi del petrolio e fa parte delle restrizioni coordinate dell'offerta condotte dall'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) e dai suoi alleati, collettivamente noti come OPEC+. 

Negli Stati Uniti la domanda di petrolio rimane robusta, come dimostra il consistente calo delle scorte commerciali di greggio in cinque delle ultime sei settimane, secondo i dati della U.S. Energy Information Administration. La recente attività sui mercati delle opzioni ha visto un'impennata del sentiment rialzista, con i volumi delle opzioni call sui futures petroliferi statunitensi che hanno raggiunto i livelli più alti da maggio. 

Le principali forze trainanti dell'ultimo movimento dei prezzi del greggio sono i previsti ulteriori tagli alla produzione da parte dei principali paesi produttori di petrolio, in particolare Russia e Arabia Saudita. La Russia ha già attuato una riduzione di 300.000 bpd a settembre, dopo un taglio di 500.000 bpd in agosto. 

Inoltre, i prezzi del greggio hanno trovato sostegno nelle crescenti aspettative che la Federal Reserve statunitense possa essere vicina alla conclusione della sua campagna di rialzo dei tassi di interesse e nelle indicazioni che gli sforzi della Cina per stimolare la crescita economica stiano prendendo slancio. 

In Cina, l'inaspettata espansione dell'attività manifatturiera ad agosto ha attenuato alcune preoccupazioni sulla salute economica del maggior importatore di petrolio al mondo. L'economia cinese era stata appesantita dalle difficoltà del settore immobiliare dopo l'uscita dalla pandemia di COVID-19. Gli investitori hanno risposto positivamente alle recenti misure di sostegno all'economia adottate da Pechino, come la riduzione dei tassi di deposito presso le principali banche statali e l'allentamento delle regole per gli acquirenti di case. 

L'azione sui prezzi della scorsa settimana ha rotto con decisione la resistenza tecnica chiave a quota 83,53 dollari, confermando che il trend ribassista dai massimi di marzo 2022 è terminato e che è probabile che nei prossimi mesi si raggiungano livelli di prezzo più elevati. Il potenziale obiettivo al rialzo per i prezzi è compreso tra 90 e 93 dollari. La persistente crescita della produzione petrolifera statunitense potrebbe rappresentare un fattore limitante per ulteriori consistenti guadagni di prezzo nel medio termine. Nel brevissimo termine si potrebbe assistere a un lieve ripiegamento per sciogliere le condizioni di ipercomprato, ma in seguito si prevede una ripresa del rally.

 

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