16/01/2020

Nuovo massimo per Wall Street

Wall Street ha chiuso anche ieri su un nuovo massimo storico a 3289,30 punti guadagnando lo 0,19% (grafico a destra) dopo che Stati Uniti e Cina hanno firmato il primo accordo commerciale che porterà a un aumento delle importazioni cinesi di 200 miliardi di prodotti americani in due anni, ma lasciando in vigore i dazi in essere.

I mercati sembrano accontentarsi di questo primo accordo, anche se rimangono seri dubbi sulla possibilità che la Cina riesca a raggiungere questo obiettivo.  Inoltre non vengono toccati i temi più strutturali dei contributi statali alle imprese cinesi o la protezione della proprietà intellettuale.

Il rialzo del mercato azionario è stato frenato dalla correzione della Apple che perde lo 0,34% a 311,34 dollari e di Amazon che perde lo 0,4% a 1862 dollari.  Sale invece Microsoft dello 0,65% a 163,18 dollari e rimbalza UnitedHealth del 2,83%.  Molto volatile Tesla che perde il 3,61% a 518 dollari.

In ribasso dell’1,84% Bank of America dopo la trimestrale negativa mentre Goldman Sachs chiude invariata nonostante la flessione dell’utile netto a causa dei costi legali.  Tra i colossi bancari solo JPMorgan ha sorpreso positivamente gli analisti.

I mercati asiatici non partecipano al rialzo del mercato azionario americano e chiudono in leggero rialzo, con Shanghai che però perde lo 0,52% l’accordo con gli Stati Uniti in effetti penalizzato gli altri partner commerciali cinesi, in quanto i 200 miliardi di dollari di maggiori importazioni dagli USA implicano una flessione di quelle dagli altri paesi.

Nonostante il rialzo di Wall Street sale anche il mercato obbligazionario grazie al dato favorevole della crescita dei prezzi alla produzione di dicembre, inferiore alle attese: il rendimento del Treasury decennale scende a 1,80% mentre quello del Bund è stabile a -0,2%.

Completamente fermo il mercato dei cambi con lo yen a 109,90 e l’euro a 1,1140 mentre il petrolio WTI risale sopra quota 58 riguadagnando un dollaro al minimo toccato ieri dopo il dato delle scorte petrolifere americane della scorsa settimana, che hanno visto un aumento di 14 milioni di barili di prodotti distillati e carburanti e una flessione marginale delle scorte di greggio: le raffinerie stanno lavorando alacremente e si teme che un’offerta eccessiva di prodotti finiti riduca la domanda di greggio nelle prossime settimane.

Dal fronte macro si attendono oggi i dati delle vendite al dettaglio USA per il mese di dicembre, attese a +0,3%, e il survey della Fed di Philadelphia sulla congiuntura di gennaio.

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