Wall Street continua a consolidare vicina ai massimi nonostante non giungano notizie positive dal fronte del negoziato commerciale tra Cina e Stati Uniti: al contrario secondo il quotidiano cinese Global Times la Cina vuole un accordo, ma è preparata a una guerra commerciale prolungata. L’indice S&P 500 chiude in leggero ribasso a 3120 punti (grafico a destra) nonostante la flessione dello 0,3% della Apple e soprattutto nonostante il -5,44% di Home Depot dopo il profit warning di ieri, che ha indebolito soprattutto l’indice Dow Jones che chiude a -0,36%.
Invariata Amazon mentre Facebook guadagna un punto percentuale. Macy’s perde 10,9% a AT%T il 4,11%. Il futures sull’indice principale segnala però un’apertura in ribasso dello 0,35% e aumentano i segnali di inizio di una correzione di medio termine dei mercati azionari. Quelli asiatici sono già orientati al ribasso da qualche giorno e oggi chiudono con perdite intorno allo 0,7%, con Seul che perde l’1,3% e Hong Kong lo 0,8%. In ribasso di mezzo punto l’apertura dei mercati europei.
Dopo giorni di rialzi sulle aspettative della firma dell’accordo commerciale, o almeno per la prima fase dell’accordo, i mercati si trovano ora in notevole ipercomprato e basta una notizia negativa per far partire le prese di beneficio: al momento mancano ancora chiari segnali di vendita come la discesa dell’SP500 sotto quota 3100.
E’ invece ripartito al rialzo il mercato obbligazionario americano con il TBond che torna sopra quota 160 e il rendimento del decennale a 1,74%, mentre il rendimento del Bund scende di 5 basis a -0,38%. Il dollaro perde terreno contro lo yen a 108,4 mentre l’euro è stabile a 1,1060.
In netto ribasso il mercato petrolifero dopo l’annuncio di ieri sera di un nuovo aumento dello scorte americane: il WTI scende sotto quota 55 dollari al barile dopo che ieri mattina aveva tratta sopra quota 58 dollari.
Per la giornata odierna non sono attesi dati macro significativi e dovremo attendere le 20:00 per le minute dell’ultima riunione della Federal Reserve, che però non dovrebbero portare novità rispetto all’ultima testimonianza di Powell al Senato.