Wall Street ha chiuso ieri in leggero ribasso con l’indice SP500 a 3283,15 punti mentre il Dow Jones sale dello 0,11% sostenuto da JPMorgan che guadagna l’1,17% dopo una trimestrale migliore delle attese sia pere il fatturato che per l’utile netto grazie al settore del trading obbligazionario. Positiva anche la trimestrale di Citigroup che guadagna l'1,56% mentre Wells Fargo perde oltre il 5% dopo una trimestrale deludente.
Ieri abbiamo assistito a qualche presa di beneficio sulla Apple che perde oltre un punto percentuale a 312,68 e su Microsoft che chiude a 162,13, ma è Amazon che continua a sottoperformare e perde l’1,16% a 1869,44. Continua poi il rialzo della Tesla che guadagna il 2,49% a 537,92 dollari.
Ieri gli entusiasmi rialzisti sono stati un po’ frenati dalla dichiarazione del Segretario al Tesoro americano Mnuchin secondo la quale gli Stati Uniti manterranno in vigore i dazi sulle importazioni dalla Cina sino alla firma della seconda parte del negoziato commerciale: è attesa per oggi la firma del primo trattato, ma i tempi per l’avvio del negoziato per la seconda fase sono ancora incerti.
I mercati asiatici hanno seguito il mercato americano con perdite superiori al mezzo punto percentuale mentre i mercati europei aprono in leggero rialzo.
In rialzo il mercato obbligazionario americano con il rendimento del decennale che scende all'1,80% grazie al dato favorevole dei prezzi al consumo di dicembre: il rialzo dell’indice è stato inferiore alle attese ed è sceso il tasso di crescita dell’indice “core”: il TBond sale sopra quota 158 dollari.
Completamente fermo il mercato dei cambi con l’euro bloccato a 1,1130 e lo yen a 109,90 mentre il petrolio WTI ha trovato supporto sui 58 dollari e cerca di stabilizzarsi sopra tale livello dopo l’ampia correzione dei giorni scorsi. In recupero di mezzo punto l’oro a 1553 dollari l’oncia.
La giornata odierna è densa di dati macro, iniziando con il PIL tedesco del quarto trimestre alle 10:00 seguita dall’inflazione e vendite al dettaglio inglesi di dicembre. Alle 14,30 avremo poi l’indice Empire Manufacturing americano di gennaio e i prezzi alla produzione di dicembre, seguiti alle 16:30 dalle scorte di petrolio americane della scorsa settimana.