Aumenta la volatilità sui mercati azionari e ieri l'indice SP500 ha perso oltre il 3% dal massimo della mattinata andando a chiudere a -1,18% (grafico a destra).
L'inversione viene spiegata dalla notizia del primo caso negli Stati Uniti della variante Omicron, ma è semplicemente una fase di mercato di particolare incertezza in cui gli investitori cercano di vendere i rialzi.
Ieri hanno chiuso in ribasso un po' tutti i settori, ma i tecnologici hanno mostrato una notevole volatilità, con Facebook a -4,27% e Tesla a -4,35%, NVIDIA a -3,79% a Amazon a -1,8%.
Scende anche il settore bancario con Citigroup che perde l'1,85%, Bank of America l'1,42% e Wells Fargo l'1,19%. Tiene meglio il settore energia con Exxon Mobil a -0,08% nonostante il petrolio WTI sia finito a 65,70 dopo un tentativo di tornare sopra ai 70 dollari al barile. I dati settimanali delle scorte americane hanno mostrato un aumento superiore alle attese.
Sul mercato obbligazionario il Treasury decennale scende ulteriormente finendo a 1,40% mentre il dollaro è stabile a 1,1320 contro l'euro mentre perde contro lo yen a 112,80.
I merrcati asiatici hanno invece mostrato una buona tenuta con Tokyo che ha perso lo 0,65% e Hong Kong in rialzo dello 0,3%, sostenuti dal recupero di mezzo punto dei futures sugli indici americani. I mercati europei sono attesi in ribasso dovendo addeguarsi al sell-off di Walll Street avveenuto dopo la chiusura di ieri pomeriggio.
Dal fronte macro oggi si attendono la disoccupazione e iprezzi alla produzione dell'area Euro e i dati setttimanali dei sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti.