Dopo il rally di mercoledì i mercati azionari si sono mossi in una trading range ridotta con l'SP500 in leggero ribasso a 4076 punti (grafico a destra) e perdite appena sopra il mezzo punto percentuale per il DowJones, appesantito dai titoli bancari.
I dati macro di ieri hanno mostrato un'economia americana più debole del previsto con l'indice ISM dei responsabili degli acquisti del settore manifatturiero che è sceso a 49 punti segnalando una contrazione dell'attività in novembre e anche l'indce dei prezzi utilizzato per deflazionare i consmi nominali di ottobre è salito solo del 6,0% dal 6,3% edel mese precedente.
Ne ha tratto beneficio il mercato obbligazionario con il redimento del Treasury decennale che è sceso al 3,52% e quello del cinque anni a 3,66%, ma questo ha indebolito il settore bancario, con Bank of America che ha perso il 2,87%, Wells Fargo il 2,25% e JPMorgan l'1,4%.
Ha tenuto meglio il settore tecnologico con Facebook in ulteriore recupero a 120 dollaari (+ 1,98%) e NVIDIA a +1,25%, mentre Google, Tesla e Microosoft hanno chiuso invariate.
In ribasso dello 0,45% Chevron ed Exxon Mobil nonostante il petrolio WTI stabile intorno agli 81 dollari al barile.
I dati macro USA deboli hanno permesso all'Euro di tornare sopra quota 1,0500 mentre lo Yen si rafforza a 134,50.
I mercati azionari asiatici hanno chiuso al ribasso, con Tokyo che perde l'1,59%, Seil l'1,84% e Hong Kong lo 0,15%, mentre quelli europei aprono con perdite modeste.
Oggi l'attenzione degli investitoi è puntata sul dato della disoccupazione americana di novembre, e le previsioni sono per 180 mila nuovi posti di lavoro, un tasso di disoccupazione invariato al 3,7% e un aumento dei salari orari del 4,6%, in leggera diminuzione rispetto ad ottobre.