Wall Street ha chiuso ieri in rialzo del 2,2% a 2526,9 punti (grafico a destra), grazie al rally del settore energetico con titoli come Occidental Petroleum e Apache in rialzo del 19% e 17% rispettivamente dopo che Trump ha annunciato che la Russia e l’Arabia Saudita ridurranno la produzione di greggio di almeno 10 milioni di barili al giorno e forse anche 15 milioni. I due paesi hanno smentito, ma il petrolio WTI è schizzato da 22 a 27 dollari al barile e questa mattina apre a 24,70 dollari mentre il Brent tratta a 30 dollari al barile.
Positivi i titoli tecnologico con rialzi intorno al 2% per Apple e Microsoft mentre Amazon guadagna lo 0,58% a 1918,83 dollari. Boeing perde il 5,6% mentre perdono oltre il 10% i titoli del settore crocieristico Carnival e Norwegian Crusies.
I dati macro americani di ieri sono stati peggiori del previsto con oltre 6 milioni di nuove richieste di sussidi di disoccupazione che portano il totale a 10 milioni in due settimane: l’impatto della chiusura dell’economia sul mercato del lavoro sarà notevole e gli analisti si attendono un tasso in salita al 15% nel secondo trimestre. Oggi avremo il dato della disoccupazione di marzo, ma si riferisce alla settimana del 12 e quindi la riduzione dei posti di lavoro dovrebbe essere limita a 100 mila unità con un aumento del tasso di disoccupazione al 3,8%.
Nonostante il recupero del mercato americano gli azionari asiatici hanno chiuso poco mossi, con Tokyo e Seul invariate e i mercati cinesi in ribasso di mezzo punto percentuale. In ribasso di oltre mezzo punto l’apertura dei mercati europei: la posizione del Dax è identica a quella dell’SP500 (grafico in basso).
Poco mosso il mercato dei Treasurys con il rendimento del decennale a 0,61% mentre l’euro rimane debole a 1,0820.
L’attenzione degli investitori è oggi puntata sui risultati dei survey della Markit sulla congiuntura di marzo nei vari paesi e si attendono indici in caduta libera. Alle 14:30 avremo poi il dato sulla disoccupazione USA.