Tutto a un tratto sembra che gli investitori si siano accorti che le prospettive della congiuntura economica si siano un po’ indebolite a causa dell’epidemia in Cina e che le valutazioni sono molto elevate grazie alle politiche monetarie delle banche centrali e quindi in chiusura di settimana abbiamo assistito a delle prese di profitto sui titoli tecnologici americani che erano salito maggiormente nelle ultime settimane: i due produttori di microchip AMD e NVIDIA hanno perso il 6,97% e 4,74% rispettivamente, ma titoli primari come Microsoft hanno chiuso a -3,16% a 178,59 dollari a Amazon a 2095,97 dollari in ribasso del 2,65%.
Google perde il 2,21% a 1483 dollari e Facebook il 2,05% a 21,18 dollari. Tiene invece Tesla a 901 dollari, in leggero rialzo. L’indice SP500 perde l’1,05% a 3337,73% (grafico a destra) e il Nasdaq l’1,79%. Tra i titoli positivi segnaliamo Deere che guadagna il 7% e alcuni titoli farmaceutici come Gilead Science che chiude a +4%. Il mercato azionario americano è stato poi sorpreso dai risultati dei survey della Markit sulla congiuntura in febbraio che hanno mostrato una marcata contrazione del settore dei servizi: l’indice è sceso di quattro punti a 49,4.
I mercati azionari sono stati frenati dall’espandersi dell’epidemia del coronavirus in vari paesi, ieri la Corea del Sud in misura significativa, e anche in Italia la situazione sta prendendo strade sino a ieri inaspettate con i primi contagiati in Lombardia. I mercati asiatici hanno chiuso in ampio ribasso, con Seul che ha perso il 3,87% e Taiwan l’1,3%. Tokyo è chiusa per festività, mentre Shanghai ha perso solo lo 0,28%.
I futures sugli indici americani trattano in ribasso dell’1,7%.
Il mercato dei Treasurys apre questa mattina in forte rialzo con il TBond che guadagna un punto a quota 166 e il rendimento del decennale a 1,41%, mentre quello del Bund scende a -0,47%.
In rialzo il dollaro a 111,50 contro lo yen mentre l’euro scende a 1,0820 dopo il rialzo di venerdì sui dati macro americani più deboli del previsto.
I timori per la congiuntura globale ridimensionano il petrolio WTI, che perde oltre un dollaro al barile dalla chiusura di venerdì e tratta sotto quota 52 dollari.
La giornata odierna è povera di dati macro: in mattinata avremo il dato del survey dell’IFO sulla congiuntura tedesca di febbraio e nel pomeriggio quello della Fed di Dallas sulla congiuntura manifatturiera.