14/06/2019

Capital Group: Trade war, il Dragone non ha nulla da temere

Capital Group: Trade war, il Dragone non ha nulla da temere

A cura di Steve Watson, gestore di portafoglio di Capital Group

Data la recente crisi nelle relazioni Stati Uniti-Cina, con minacce di nuovi dazi punitivi da entrambe le parti, quale potrebbe essere il potenziale impatto sui mercati azionari globali e le previsioni di lungo termine sulle azioni cinesi?  Occorre contestualizzare questi eventi. Fino a qualche settimana fa, pareva che i negoziati commerciali stessero andando bene. I mercati avevano raggiunto nuovi livelli record e tutti erano in attesa dell'annuncio di un accordo. Poi all'improvviso tutto quell'ottimismo è scomparso? Non la vediamo in questo modo.

Non è mai stato un processo facile. Si è sempre saputo che i negoziati con la Cina sarebbero stati lunghi, difficili e complessi. E questa è la situazione in cui siamo adesso. Ma la nostra convinzione di fondo è che questi due paesi abbiano bisogno l'uno dell'altro: sono legati a doppio filo quando si tratta di commercio internazionale, ed è nell'interesse di tutti risolvere questa controversia e pensare agli affari. Quindi crediamo che un accordo non tarderà ad arrivare. Sarà a giugno o a settembre? Non lo sappiamo. Ma ad un certo punto arriverà secondo noi, perché Stati Uniti e Cina hanno entrambi molto da guadagnarci.

Da un punto di vista degli investimenti pensiamo che questa guerra commerciale non abbia colpito le società cinesi. Molte delle principali e più rinomate società del Dragone quotate in borsa, — giganti di internet come Alibaba, Baidu, Tencent e Ctrip, ad esempio — non hanno un'esposizione significativa alle perturbazioni commerciali internazionali. Sono essenzialmente orientate al mercato interno. I loro corsi azionari possono essere condizionati dal sentiment degli investitori in Cina, ma non riteniamo che al momento i loro utili ne stiano risentendo.

L’impatto che avranno i dazi esistenti e quelli proposti dagli Usa sulle merci cinesi è difficile da calcolare, perché non sappiamo per quanto tempo dureranno i dazi. Se rimarranno in vigore per un certo periodo, i danni saranno avvertiti nel complesso da produttori, distributori, rivenditori e in ultimo dai consumatori. Dal punto di vista degli Stati Uniti, in alcuni casi potrebbe essere difficile trovare prodotti che sostituiscano quelli fabbricati in Cina. Buona fortuna a chi entrerà da Walmart e cercherà giocattoli che non siano prodotti in Cina. Si venderanno tantissimi mattoncini Lego, perché attualmente è l'unico grande brand che non produce in Cina. Dal punto di vista della Cina, crediamo che l'impatto sarà significativo ma meno forte di quanto sarebbe stato in passato. La maggior parte dell'economia cinese è adesso basata sui consumi personali. È molto più orientata ai servizi di quanto fosse in precedenza. Quindi, per quanto sia evidente che i dazi abbiano penalizzato i produttori cinesi, la crescita economica del paese nel complesso probabilmente non ne sarà così colpita come sarebbe stato anche solo cinque anni fa.

Facendo un passo indietro e osservando il quadro generale, crediamo che le questioni sollevate da questa disputa commerciale non siano necessariamente negative per la Cina. È stato un processo difficile, ovviamente, ma nei prossimi anni crediamo che l'economia cinese potrà beneficiare grandemente dalle riforme proposte dagli Stati Uniti. Proteggere i diritti di proprietà intellettuale, ad esempio, può essere molto positivo per le aziende cinesi nei prossimi anni, in quanto svilupperanno sempre più la loro preziosa proprietà intellettuale.

La crescita dell'economia cinese negli ultimi trent'anni è stata spaventosa, ad un ritmo di circa il 10% annuo. Il progresso è stato sorprendente. E se il paese volesse continuare a generare una forte crescita economica e migliorare la prosperità della sua popolazione, sarebbe opportuno onorare gli impegni assunti nei confronti dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO) e procedere a liberalizzare ulteriormente i mercati, in linea con gli standard internazionali. Nel lungo termine ne uscirebbero rafforzati.

Infatti, riteniamo che le flessioni di mercato a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi costituiscano ottime opportunità di acquisto per selezionare società cinesi. L'incertezza porta sempre con sé la debolezza dei prezzi azionari. E consente di acquistare con valutazioni molto più interessanti. Per gli investitori di lungo termine, la volatilità dei mercati può essere un alleato.

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